Iori, i familiari delle vittime dopo la sentenza: "È la fine di un incubo"

Dopo la conferma della Cassazione, che ha ribadito la condanna per duplice omicidio di Maurizio Iori di P.G.R.

L'ex primario dell'ospedale Maggiore di Crema Maurizio Iori

L'ex primario dell'ospedale Maggiore di Crema Maurizio Iori

Crema, 12 dicembre 2015 - Dopo la conferma della Cassazione, che ha ribadito la condanna per duplice omicidio di Maurizio Iori, l’oculista di Crema arrestato il 14 ottobre 2011 per l’assassinio di Claudia Ornesi e della figlioletta Livia di due anni e mezzo, nata da una loro relazione, si è messa la parola fine a una vicenda che ha scosso la città. La morte di Claudia Ornesi e della piccola Livia era stata derubricata, in prima istanza, come omicidio-suicidio da parte della madre, tesi sempre respinta dalla famiglia.

Puntuali indagini della polizia avevano portato poi all’incarcerazione del medico, riconosciuto colpevole dalla corte di Cremona, che lo aveva condannato all’ergastolo, poi da quella di Brescia, e giovedì sera da Roma. In tutto questo si è assistito al continuo cambio di difensori fino ad arrivare a Vincenzo Comi e Tullio Padovani.

Al processo romano erano presenti solo i parenti delle vittime, con gli avvocati Marco Severgnini ed Eleonora Pagliari, non Iori, non la mamma e la zia, che l’hanno sempre seguito. «È finita come doveva finire», ha detto Paola Ornesi, sorella di Claudia. Adesso, via all’esecuzione della pena e ai risarcimenti.