Crema, 5 gennaio 2024 – Altro ricorso. Jolanda Lewandowska ed Edgar Fagraldines, in galera perché condannati in via definitiva a trent’anni in quanto riconosciuti colpevoli del delitto di Angelo Ogliari (il commerciante di automobili di 43 anni massacrato nel garage della sua villetta di via Mascagni a Cremosano), ricorrono alla Corte europea dei diritti dell’uomo dell’Aia.
Lo fa sapere l’avvocato Martino Boschiroli che ha seguito la ballerina polacca, ex moglie della vittima e il tassista, suo nuovo compagno dall’inizio dei sette processi fino all’ultima sentenza della Corte di cassazione, del 2 febbraio del 2021. Entrambi i condannati sono nel carcere di Opera e attendono il responso dall’Aia, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. "L’iter del tribunale prevede tempi di circa 18 mesi. Dalla presentazione del ricorso è già passato oltre un anno e ritengo che ormai siamo vicini al responso".
Su che cosa si basa l’appello?
"Sul fatto che la condanna è stata emessa senza prove ma solo su indizi. Ho presentato una serie di addebiti e il ricorso in Cassazione alla prima condanna con quanto scritto dalla stessa Corte che mi dava ragione su tutta la linea".
Ma i suoi assistiti sono stati condannati in via definitiva.
"Sì, ma dopo sette processi. Il delitto è del 31 ottobre 2007. Nel processo con rito abbreviato a Crema, nel 2011, e in quello in corte d’Appello a Brescia, nel 2012, i miei due assistiti sono stati assolti. In Cassazione i giudici hanno deciso che il processo era da rifare e il 5 maggio 2014 hanno rinviato alla Corte d’appello di Milano dove il 7 luglio 2015 i magistrati hanno condannato Lewandowska e Fragaldines a trent’anni di galera, riconoscendoli colpevoli dell’assassinio.
Poi il nuovo ricorso, stavolta della difesa, che ha tirato di nuovo in ballo la Cassazione. I giudici romani hanno esaminato quanto scritto da me e il 7 settembre 2016 hanno deciso di rinviare in aula per la sesta volta. È toccato ancora alla Corte d’appello di Milano, altra sezione, esaminare il caso e lo ha fatto l’8 febbraio 2018. Anche stavolta la sentenza è stata di condanna a trent’anni di reclusione per i due imputati. Ma non è finita, perché la difesa è ricorsa ancora una volta in Cassazione e stavolta la corte romana ha avallato la decisione milanese e confermato la condanna a trent’anni per i due imputati il 2 febbraio 2021".
E se l’Aia dice che il processo non vale che cosa succede?
"Che Jolanda Lewandowska ed Edgar Fagraldines tornano in libertà".