
Indagini della Guardia di Finanza (Archivio)
Palazzo Pignano (Cremona) – I militari della Guardia di Finanza della compagnia di Crema nei giorni scorsi hanno scoperto e sottoposto a sequestro una rivendita di elettrodomestici completamente abusiva in territorio di Scannabue, frazione di Palazzo Pignano, presso cui peraltro è stata trovata al lavoro una persona senza alcun contratto e che addirittura percepiva il reddito di cittadinanza.
L’intervento delle Fiamme Gialle, in particolare, è scaturito da una preliminare attività di monitoraggio dei social network, attraverso i quali il rivenditore abusivo, residente da diversi anni in Lombardia e proveniente dalla Campania, proponeva la vendita di centinaia di elettrodomestici ricondizionati a prezzi estremamente convenienti. In base alle analisi e alle ricerca della Guardia di Finanza il titolare è risultato completamente sconosciuto al fisco e vendeva i suoi prodotti senza alcuna fattura, essendo impossibilitato a emetterle, in quando sprovvisto di partita Iva, mai richiesta.
In considerazione di tale anomalia, a seguito di numerosi accertamenti informativi e investigativi i finanziari della caserma di Crema hanno individuato il magazzino dove veniva esercitata l’attività di rivendita, ribadendo il concetto che non c’era alcuna autorizzazione da parte del Comune perché lì venisse esercitata questa attività.
Considerata, in particolare, l’assenza dell’autorizzazione comunale all’esercizio dell’attività commerciale, i finanzieri della compagnia di Crema hanno sottoposto a sequestro l’intera rivendita abusiva assieme a 330 elettrodomestici, applicando multe nei confronti del titolare per oltre 9.400 euro e poi richiedendo d’ufficio all’Agenzia delle Entrate l’attribuzione di una partita Iva per l’emissione da parte del titolare del magazzino di fatture e per versamento dell’Iva e il pagamento delle relative imposte.
Inoltre, le multe in materia disciplina del lavoro sono state inasprite visto l’impiego di un lavoratore in nero per di più percepente indebitamente il reddito di cittadinanza. Nei giorni successivi l’imprenditore ha pagato la multa presso il Comune e ha richiesto la licenza, regolarizzando la sua attività e apprestandosi a riaprire, stavolta con tutti i permessi in regola.