
Nas
Tre veterinarie intimidite, un proprietario del macello che chiama il direttore dell’Asl veterinaria di Crema e lo stesso che si lamenta perché i Nas non preannunciano più le loro visite. E in mezzo intercettazioni telefoniche che inchiodano alle loro responsabilità i due veterinari arrestati l’altro ieri mattina all’alba dai carabinieri dei Nas e messi agli arresti domiciliari su disposizione del giudice. A finire in guai sono il direttore veterinario di Crema, Leonardo Provana, persona nota per il ruolo che svolge e suo figlio, anche lui veterinario. Tutto prende spunto dai rapporti di tre veterinarie, che vengono intimidite ogni qual volta devono fare ispezioni nel macello M.M. Carni di Palazzo Pignano. Le tre avvertono che c’è qualcosa che non va e che l’atteggiamento del proprietario è minaccioso. Ma già prima di queste segnalazioni i Nas stanno indagando. A quanto pare queste segnalazioni non sono le prime, tant’è vero che sono in atto intercettazioni telefoniche. E proprio da queste conversazioni i carabinieri capiscono che le denunce presentate corrispondono al vero. Il proprietario del macello di Palazzo Pignano contatta Leonardo Provana, lamentandosi dell’atteggiamento delle veterinarie, troppo scrupolose e che fanno rilievi sui quali invece dovrebbero tirare dritto. In altre intercettazioni il proprietario chiede al figlio del direttore di riferire al padre che cosa fanno le veterinarie. E, in altre intercettazioni, lo stesso direttore lamenta il fatto che le ispezioni dei Nas adesso avvengano senza che lui sia avvertito. Altri macelli che contattano il direttore sono lo Zema di Salvirola, dove si sarebbero evidenziati i casi di listeria e il macello Madonna della Neve di Sergnano, per risolvere le problematiche inerenti alla lavorazione del formaggio e coprire la rietichettature di alcuni prodotti. Tutte le segnalazioni passano attraverso il figlio di Provana, Luca, che ottiene consulenze in 18 macelli per 63mila euro da gennaio ad agosto di quest’anno.
Piergiorgio Ruggeri