
È stato condannato a un anno e sei mesi per una truffa attuata con “defibrillatori fantasma“, attuata dal settantunenne...
È stato condannato a un anno e sei mesi per una truffa attuata con “defibrillatori fantasma“, attuata dal settantunenne per ottenere denaro in cambio di inserzioni e sponsorizzazioni per una campagna benefica sulla sicurezza, in realtà inesistente. Il processo si è svolto in Tribunale a Cremona ma gli episodi contestati hanno avuto luogo anche nella provincia di Reggio Emilia. L’imputato aveva contattato e truffato 38 imprenditori in svariati comuni. Secondo l’accusa si era presentato a una quarantina di imprese come promoter di un progetto “patrocinato dai Comuni“.
Mostrava una mappa con i punti dove sarebbero stati installati i defibrillatori, promettendo che parte dei contributi delle aziende – tra i 700 e i mille euro più Iva – sarebbe servita proprio all’acquisto dei dispositivi salvavita. Ma i cartelloni pubblicitari e i defibrillatori non sono mai comparsi. Agli imprenditori che avevano stipulato il contratto per figurare come sponsor arrivò solo la cartina stampata ma mai affissa nei paesi. Alcune aziende avevano escluso il tacito rinnovo, barrando l’apposita clausola. Eppure, dopo un anno, iniziarono a ricevere mail insistenti che chiedevano nuovi pagamenti. Alcuni imprenditori pagarono di nuovo mentre altri, sospettando un possibile inganno, denunciarono gli episodi ai carabinieri.
L’accusa ha evidenziato come l’uomo abbia perfino strumentalizzato un evento drammatico, sfruttando addirittura la morte di un bimbo per una crisi cardiaca, facendo leva sull’impressione che quel lutto aveva provocato tra la gente. Per questa aggravante la Procura ha chiesto la condanna a due anni e mille euro di multa. Il giudice di Cremona ha condannato l’imputato, escludendo però il risarcimento a due imprenditori costituiti parti civili.