PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

La lotta di una famiglia: "Abitiamo lontano. Dateci lo scuolabus"

La figlia 12enne costretta a percorrere a piedi o in bici tratti pericolosi

La lotta di una famiglia: "Abitiamo lontano. Dateci lo scuolabus"

Il regolamento del Comune prevede il servizio solo per i bambini che frequentano la primaria

"Cambi casa". Questa la risposta che il sindaco di Vaiano Cremasco, Graziano Baldassarre, avrebbe dato alla famiglia che ha una figlia di 12 anni che frequenta la media del paese, abita a un chilometro dalla scuola, nell’ultima casa del paese e che lo scuolabus non passa a prendere per un singolare regolamento. Oggi riaprono le scuole ma il problema di una giovane alunna è rimasto irrisolto: la ragazza, iscritta alla classe seconda media nel plesso scolastico di via Cavour, abita con la famiglia nell’ultima casa del paese, nei pressi del canale Vacchelli. Il papà lavora a Treviglio, dove deve essere alle 4.30. "Il sindaco – afferma Alessia Boccia, la mamma – mi ha detto di mandarla in bicicletta o a piedi oppure di cambiare casa. Siamo esterrefatti da queste risposte. Noi siamo anche disposti a pagare un volontario che venga a prendere nostra figlia perché farle percorrere il tragitto a piedi o in bicicletta alla piccola sarebbe pericoloso, visto che deve attraversare due rotatorie e pedalare lungo una strada provinciale, la Sp 90 Crema-Cassano d’Adda molto trafficata".

Perché allora non usare lo scuolabus? Perché il regolamento del Comune non prevede il trasporto degli studenti delle scuole medie, ma il servizio si ferma a quelli delle elementari, caso più unico che raro nel Cremasco. Se la ragazzina avesse un incidente mentre va a scuola su una strada molto battuta saremmo tutti tranquilli? È stata anche depositata una interrogazione dei gruppi consiliari di Europa Verde e Insieme per Vaiano. La risposta del Comune al quesito sarà data nel prossimo Consiglio comunale (a scuola cominciata). "Si chiede al sindaco di risolvere questo problema – dice il consigliere comunale Andrea Ladina –. Se proprio non si vuole cambiare il regolamento dello scuolabus, si prenda in considerazione l’eventualità di coinvolgere un volontariato sociale iscritto all’albo comunale e si regoli la sua disponibilità con una convenzione. Questa situazione ci sembra kafkiana".