Frode milionaria con false fatture, arrestate 12 persone: sotto sequestro 24 finte società

Crema, ricostruite operazioni inesistenti per 61 milioni, crediti fittizi per sette e riciclaggio per altri cinque. Smantellatata un’organizzazione criminale che operava tra le province di Cremona e Brescia

Guardia di Finanza

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Arresti e sequestri nei confronti di 12 persone e 24 società da parte della Finanza di Cremona, che ha in corso numerosi interrogatori di dipendenti delle imprese edili operanti nel Cremasco e in provincia. L’accusa è associazione per delinquere costituita da un imprenditore edile di Rudiano (Brescia). L’associazione avrebbe gestito una fitta rete di società intestate a prestanome compiacenti, aventi sedi in indirizzi inventati, con imprese specializzate nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’attività investigativa, scaturita da verifiche fiscali a carico di società della provincia di Cremona, ha consentito di individuare l’organizzazione criminale che dal 2018 si era organizzata per mettere in atto gravissimi illeciti economico-finanziari.

Una donna di Campagnola Cremasca avrebbe lavorato in un ufficio occulto ad Antegnate (Bergamo) addetta alla gestione dei conti correnti intestati alle 21 imprese coinvolte, mediante utilizzo delle credenziali informatiche dei numerosi prestanome, eseguendo poi, sulla base degli ordini ricevuti, le operazioni di riciclaggio consistenti nel trasferimento, alla società immobiliare cremonese del gruppo, di 1,6 milioni, 200mila euro ad altra società creata appositamente per l’acquisto e il noleggio di auto di lusso, di 70mila euro per la costituzione e l’avvio di un’attività commerciale nel centro di Verona, nonché di 204mila euro per l’acquisto di Rolex per il capo dell’organizzazione.

Anche un’imbarcazione di pregio, un motoscafo Riva di 15 metri del valore di circa 100mila euro, sarebbe stato intestato a una delle società edili coinvolte nella frode fiscale ma utilizzato in via esclusiva dal capo dell’organizzazione criminale. I guadagni illeciti, così riciclati e reimpiegati, avrebbero avuto origine dal versamento dei contributi Inps e Inail e delle ritenute Irpef degli operai attraverso modelli F24 con l’indebita compensazione, per 5,5 milioni, dei crediti Iva creati con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti infragruppo per 30 milioni.

Nel corso dell’indagine è emerso il nome di un imprenditore di Adro (Brescia) quale amministratore di fatto di due società edili intestate a prestanome, che si avvalevano delle fatture per operazioni inesistenti emesse dall’organizzazione per 26 milioni, al fine di evadere l’Iva per 3,5 milioni e creare crediti fittizi idonei a effettuare indebite compensazioni nel versamento dei contributi degli operai per 1,5 milioni. In questo caso i proventi illeciti accumulati sarebbero stati riciclati attraverso il trasferimento di tre milioni a una società austriaca e a un’altra della provincia di Padova, gestite da due italiani residenti in Austria. La Finanza sta procedendo al sequestro di 23 immobili, 21 auto, un’imbarcazione, 30 rapporti finanziari nonché del denaro contante e degli orologi di lusso.