PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

San Bernardino, disegni osceni e minacce al prete: "Don vattene"

Crema, si pensa per discussioni con i parenti dei ragazzi in oratorio

L’invito ad andarsene

Crema, 23 agosto 2017 - Disegni osceni, altri incomprensibili, fioriere rovesciate e una scritta minacciosa: «Don vattene». Il sacerdote in questione è don Lorenzo Roncali, 45 anni, parroco da un anno di San Bernardino, assurto all’onore delle cronache lo scorso anno per aver inviato 14mila messaggi di auguri dal suo cellulare per il Natale. Uomo di grande simpatia, ma anche fermezza, adorato dai giovani ma anche dal polso fermo, che non ammette prevaricazioni e maleducazione. Per questo qualcuno non digerisce il suo arrivo che ha portato in oratorio un allegro caos, ma anche rispetto. E chi non ci sta viene messo alla porta. In quest’anno ci sono state alcune discussioni con i parenti di ragazzi sospesi o allontanati, genitori che non capiscono e difendono i figli a spada tratta, ma che hanno dovuto cedere alla fermezza di don Lorenzo.

Tuttavia, questo atteggiamento non garba a qualcuno che va giù pesante. E per ben due volte sono apparse scritte ingiuriose e minacciose. La prima volta questa primavera sui muri dell’oratorio e stavolta sul pavimento della piazza della chiesa e sul muretto. C’è da dire che negli ultimi giorni la città è stata invasa da vandali che hanno lordato i muri di varie vie e questo potrebbe essere solo l’ultimo caso noto. Ma questa spiegazione non convince, perché a San Bernardino sono convinti che si tratti di ragazzi del posto, dei quali si conoscono nomi e cognomi e che in passato sono già stati autori di vicende non proprio edificanti e di scherzi molto pesanti che sono arrivati fino alle orecchie delle forze dell’ordine.

Qualcuno ricorderà la distruzione di un presepe antico nel cortile della chiesetta della Madonna della Misericordia, due anni fa e altri puntano il dito sulla banda che di sera amava spaventare gli anziani travestendosi da fantasmi. E c’è chi dice che si tratti degli stessi ragazzi. «Di certo non mi fanno paura – ha detto il parroco – perché io continuerò per la mia strada. Certo, vorrei che i genitori potessero intervenire e far capire che i ragazzi stanno sbagliando e anche rischiando. Comunque tranquillizziamo tutti: non è successo nulla di irrimediabile». Però nel quartiere sono in parecchi a non voler porgere l’altra guancia e sui social si fa strada la via della giustizia privata.