PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Una nonna scatena la rissa in campo dopo la partita tra baby calciatori: raffica di Daspo

Succede a Pianengo durante il match tra Ripaltese-Soresinese. Una donna di 71 anni sgrida un avversario, parte il parapiglia tra parenti. Il questore: in sei senza stadio per un anno

Baby calciatori (archivio)

Baby calciatori (archivio)

Pianengo (Cremona) – Sei parenti di due giovani calciatori di 10 anni hanno ricevuto un Daspo dal questore di Cremona: per un anno non potranno più assistere a gare di campionato di qualsiasi categoria, ma potranno andare a vedere le partite del settore giovanile, malgrado proprio da una di queste sia nata la rissa che ha poi, tre mesi dopo, originato il provvedimento. È solo l’ultimo caso di una serie di episodi che da anni, in maniera costante, si ripetono sui campi di periferia, in special modo quando a scendere in campo sono i più piccoli. Il 2023 non ha fatto finora eccezione: si va dal dirigente disabile preso a calci e pugni all’aggressione per una partita della Categoria Pulcini (9 anni di età) a causa della quale un 44enne ha perso un rene e subito lesioni a una milza, finendo per giorni in terapia intensiva.

In ultimo l’episodio che strappa un amaro sorriso, se si pensa che tra le persone destinatarie del provvedimento c’è anche una signora di 71 anni. La partita in questione è del 21 maggio, si disputa tra ragazzini di 10 anni, nell’ambito di un torneo che dura un mese, si svolge a Pianengo e vede la partecipazioni di 1.500 giovani calciatori. E relativi parenti.

Si gioca Ripaltese-Soresinese: due piccoli si affrontano, c’è un fallo, punito dall’arbitro. Dagli spalti si levano grida e insulti verso il bambino protagonista del fallo. Esecrabile, ma non finisce lì perché la nonna del piccolo falciato, a fine gara, affronta l’avversario del nipote e lo redarguisce, il tutto sotto gli occhi della sua mamma (39enne) la quale reagisce. Ne nasce un parapiglia che coinvolge i parenti dei due piccoli: da una parte una famiglia di egiziani, parenti del piccolo che ha commesso il fallo, dall’altra una di italiani. Spintoni, sberle, forse qualche pugno. Ne nasce un parapiglia generale con feriti e contusi. Il tutto sotto gli occhi dei bambini, attoniti e degli organizzatori, impietriti dall’inatteso spettacolo. Lo scorso 22 agosto sono arrivate le decisioni del Questore: niente partite per i sei protagonisti dell’episodio, sono i parenti dei due calciatori di dieci anni che hanno animato e partecipato alla rissa.

Tutti e sei non potranno presenziare a eventi sportivi di qualsiasi genere e categoria per un anno con eccezione delle partite che vedono in campo giocatori del settore giovanile. Nessuna denuncia è stata sporta. Costernazione da parte degli organizzatori del torneo che, racconta il sindaco Roberto Barbaglio, in tanti anni non hanno mai visto episodi simili.

Eppure una settimana dopo, sempre a Soresina, nella sfida contro la Romanese, volano insulti pesanti nei confronti di un giocatore di origine straniera. La mamma interviene e viene subito stoppata dalla famiglia del giocatore italiano. Viene anche presa per il collo. Fuori dal pronto soccorso dove si è fatta medicare, passa dai carabinieri per sporgere denuncia. I numeri calano salendo nelle categorie superiori nel circondario. Pochi i destinatari di Daspo, fortunatamente, a Crema per le gare di serie C e Serie D, con un solo caso che ha riguardato un tifoso della squadra del Trento, lasciato fuori dallo stadio per un anno. Infine, ingresso vietato allo stadio per sei tifosi dopo la gara tra Cremonese e Salernitana della scorsa Serie A, con cinque tifosi grigiorossi e uno campano che per due anni vedranno il calcio solo in tivù.