Siccità, l'agricoltura cremonese chiede acqua e indennizzi

Incontro in Consiglio Provinciale tra istituzioni e rappresentanti di categoria. Appello alla Regione: "Raccolti a rischio, serve subito un rilascio dagli invasi alpini"

L'incontro di questa mattina in Provincia

L'incontro di questa mattina in Provincia

Cremona - Una situazione mai vista. La siccità sta colpendo duramente l'agricoltura cremonese, che chiede a questo punto una soluzione, con maggiori rilasci di acqua, ma anche indennizzi per quanto già è stato perso.

Si è tenuto questa mattina in sala del Consiglio provinciale l’incontro promosso dalla Provincia di Cremona sulla crisi idrica alla presenza dei rappresentati delle istituzioni, parlamentari, sindaci, consiglieri regionali, consorzi, categorie professionali.

Dal tavolo una sola voce: serve acqua per irrigare i campi, che va a beneficio di tutto il territorio, considerato che in molte zone non è nemmeno arrivato un minimo quantitativo, compromettendo, inesorabilmente, diverse produzioni, che nemmeno arriveranno al primo raccolto. Il Presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni è tornato sulle priorità già espresse recentemente in merito alla stringente necessità di acqua, con rilascio dagli invasi alpini e deroga al deflusso minimo vitale, definendo già da ora linee di intervento per risarcire danni ingenti, subiti da moltissime aziende agricole.

Il vice presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Amedeo Alfredo Ardigò ha invece sottolineato che quanto chiesto dieci giorni fa non è stato preso in considerazione. “Nell’ultimo incontro dieci giorni fa si richiedeva alla Regione un rilascio immediato di acqua, che ad oggi non si è verificato. I tempi dell’agricoltura non sono quelli che si sono adottati. Ora, oltre al rilascio di acqua dagli invasi ed alla deroga al Dmv, occorre trovare una strada per i risarcimenti danni alle aziende inesorabilmente compromesse”.

Paolo Voltini, presidente della Coldiretti di Cremona ha evidenziato come: “Vi debba esser continuità di acqua; serve una strategia operativa già da ora per cantierare interventi strutturali urgenti, anche al fine di trattenere acqua e riempire i bacini, anche quelli in prossimità di riserve accanto al Po. Inoltre, si deve fare una differenziazione tra danni e ristori: vi sono situazioni completamente diverse da territorio a territorio; i costi sono aumentati del 50% e le aziende hanno dovuto far fronte a tale drammatica realtà, vedendosi poi compromessi gli stessi investimenti e raccolti. Serve una migliore gestione dell’acqua ed una programmazione urgente degli investimenti, anche al fine di trattenere acqua”.

L’assessore regionale, agli Enti locali, Massimo Sertori, in collegamento, ha ribadito come questa sia una situazione drammatica e straordinaria rispetto alle annate precedenti: “la disponibilità è molto ridotta; la linea della Regione Lombardia è quella di garantire il primo raccolto. Ad oggi, rispetto agli anni precedenti siamo sotto del 61% e gli interessi in campo sono variegati e contrastanti. Abbiamo ottenuto un risultato importante, con l’aumento di rilascio di acqua dai bacini alpini, in accordo con i gestori, tenendo presente che di neve non ve ve è stata così come particolarmente siccitoso è stato questo periodo”.