Cremona: Tamoil e inquinamento alla Bissolati, il gip dispone nuove indagini

Respinsta la richiesta di archiviazione presentata dal pm. Legambiente: continueremo a batterci con i cittadini di Cremona e la società Canottieri

Il tribunale di Cremona

Il tribunale di Cremona

Cremona, 16 aprile 2024 – Il giudice per le indagini preliminari di Cremona ha rigettato la richiesta di archiviazione del procedimento per l’inquinamento successivo al 2012 delle aree esterne, in particolare della Canottieri Bissolati, della ex raffineria Tamoil di Cremona, disponendo per i prossimi 6 mesi un supplemento di indagini.

Legambiente Lombardia e il cittadino Gino Ruggeri si erano opposti nell’aprile 2023 alla richiesta di archiviazione proveniente dalla Procura di Cremona. Infatti molti elementi, soprattutto quelli emersi nell’ambito dell’accertamento tecnico preventivo realizzato nel procedimento civile per risarcimento del danno promosso dalla Canottieri Bissolati, sembrano dimostrare che nonostante il funzionamento della barriera idraulica la trasmigrazione di sostanze idrocarburiche dall’interno dell’impianto verso le aree esterne in direzione del Po non si sia mai definitivamente interrotta. I numerosi accertamenti realizzati soprattutto nell’area della Bissolati hanno rilevato la presenza di sostanza inquinante sospesa nella falda acquifera sottostante, con superamenti anche particolarmente elevati dei limiti tabellari previsti dalla normativa di settore.

"Abbiamo seguito tutto l’intero procedimento che ha portato all’accertamento del delitto disastro ambientale innominato di tipo colposo con sentenza divenuta definitiva nel 2018 – hanno dichiarato ieri Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia e Pierluigi Rizzi, presidente di Legambiente VedoVerde Cremona –. Legambiente continuerà a battersi a fianco delle cittadine e dei cittadini di Cremona, nonché delle società Canottieri, affinché si accertino le responsabilità e si ponga la parola fine a una vicenda di contaminazione ambientale che dura da oltre 25 anni". Nel provvedimento che rigetta l’archiviazione si fa espresso riferimento all’accertamento tecnico preventivo, dal quale emergerebbe che "gli strati di terreno immediatamente soprastanti la falda risultano attualmente contaminati da inquinanti provenienti dalla vicina Tamoil".