Crema, il dirigente scolastico costretto alla pensione resta senza assegno

Pietro Bacecchi ricorre al giudice del lavoro per il reintegro, dopo che la Corte dei Conti lo ha costretto a lasciare l’incarico. Da lì è iniziata la sua battaglia

Pietro Bacecchi

Pietro Bacecchi

Crema (Cremona) – Né lavoro né pensione. In più martedì ha depositato il ricorso. E’ la storia recente di Pietro Bacecchi, ex dirigente dell’istituto comprensivo ‘Crema due’, pensionato con un preavviso di quattro ore nell’ottobre scorso, dopo che il suo pensionamento era stato prorogato di un anno.

La posizione, assurda dell’ex direttore scolastico è presto detta. Prorogato, tra giugno e settembre 2023, al comando per un altro anno da Regione Lombardia e dal ministero dell’Istruzione, a ottobre ha ricevuto, alle due del pomeriggio, una missiva della Corte di Conti che gli comunicava che quello era il suo ultimo giorno di lavoro, dato che la domanda, accolta da ben due enti, era stata invece respinta. La sua insieme ad altre sedici di dirigenti della regione Lombardia. Da lì per Bacecchi è cominciato l’inferno, fatto di domande, ricorsi, raccolta firme, lettere al Ministero. Tutto senza risposte. E anche senza pensione. Martedì l’ultima mossa possibile: il ricorso al giudice del lavoro.

"Sin qui solo parole. Speravo nella politica – dice Bacecchi, - ma il suo silenzio è stato assordante. La solidarietà dei colleghi è stata gratificante, ma non ha smosso nulla. Speravo in un visto con riserva che mi avrebbe permesso di chiudere l’anno, ma anche questa strada si è dimostrata impraticabile. Quindi, l’unica possibilità rimasta è quella di ricorrere alla magistratura, cioè al giudice del lavoro e mi sono deciso a percorrerla". Il giudice del lavoro ha sessanta giorni di tempo per esprimersi e adesso si sta aspettando la fissazione dell’udienza. C’è però qualcosa di nuovo. Una collega di Bacecchi ha fatto ricorso al giudice del lavoro che ha fissato la data dell’udienza a fine mese. La sua decisione sarà importante perché sarà un punto di riferimento anche nel procedimento di Bacecchi. Sempre che il giudice reintegri la collega. In caso contrario, quasi tutte le speranze saranno bruciate.

C’è anche da dire che se il ricorso verrà fissato a marzo, resterà davvero ben poco tempo a Bacecchi che resterà in carica fino al 31 agosto e che comunque, in questi tre mesi, non ha percepito né lo stipendio né la pensione. Però ha fatto domanda all’Inps per percepire la pensione. E qui i tempi parlano di 55 giorni d’attesa. Pare che tutte le domande avranno una risposta solo a marzo.