A Milano fino al 25 giugno la straordinaria mostra fotografica di Helmut Newton

A Palazzo Reale apre l’immensa retrospettiva su the “King of Kink“: 250 meravigliose fotografie (anche) in un impeccabile bianco e nero

Una delle 250 immagini del grande fotografo Helmut Newton

Una delle 250 immagini del grande fotografo Helmut Newton

Arte tra le arti, la fotografia, assicura Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, dove insieme alla pittura del Cinquecento si può programmare una mostra su «uno dei protagonisti assoluti della fotografia mondiale», immensa retrospettiva distesa sul Novecento, 250 scatti, molto impeccabile bianco e nero, dagli anni Trenta all’alba del 2000: “Helmut Newton. Legacy”, da oggi al 25 giugno. L’eredità dell’ebreo berlinese Helmut Neustädter, classe 1920, allievo a 16 anni della famosa fotografa Yva, quindi fuggito dalla Germania nazista in Australia. Poi da Parigi, ritraendo con stile inconfondibile modelle eleganti ed erotiche negli anni Sessanta, asceso all’olimpo della moda come Newton. Richiesto e pagatissimo: «Sono un voyeur professionista», per la verità, si è dichiarato. E Denis Curti, curatore insieme a Matthias Harder,apprezza l’onestà intellettuale: se un fotografo dice di non essere un guardone allora è un idiota. I francesi gli hanno conferito l’ambitissimo titolo di Chevalier des Arts et des Lettres. Naturale, a Milano, capitale della moda, esporre i servizi di moda più anticonvenzionali, all’altezza della sua “cattiva” reputazione: the King of Kink, il soprannome del provocatore consapevole che la «la fotografia è sempre un modo per sedurre». Lo dimostra l’entusiasmo dei visitatori, armati di telefonini,irrimediabilmente sedotti dalle nude o più o meno vestite Charlotte Rampling, Catherine Deneuve, Monica Bellucci, per citare le icone. Aver spostato l’attenzione dal vestito al corpo (sottratto a marginalità e censura) è certo un notevole contributo alla cosiddetta, ambigua, “rivoluzione sessuale”, in largo anticipo sull’evoluzione dei costumi sociali. Alle femministe che aspramente lo criticavano negli anni Settanta, Helmut rispondeva di essere a sua volta “femminista”. E mostrava la nuova femminilità di donne imperiose (persino le cocotte), trainanti virago padrone del proprio corpo. Non degradazione, ma rovesciamento delle regole dell’erotismo: vedi i Big Nudes, a grandezza naturale, e il bacio tra una bionda e un’altra donna (o uomo?), sotto l’occhio distratto di un maschio, per la rivista Uomo Vogue, scattato alla periferia di Milano, nel ’68, quando un’altra rivoluzione esplodeva, destinata però a minore successo.