Coprifuoco in Lombardia, nuova stretta anti-Covid: ecco cosa cambia

Regione, sindaci e tutte le forze politiche compatti: stop di tutte le attività e degli spostamenti dalle 23 alle 5 del mattino. Fontana: "Dobbiamo fermare contagio". C'è l'ok del ministro Speranza

Coprifuoco, si cambia

Coprifuoco, si cambia

Milano, 20 ottobre 2020 - Lombardia compatta nel chiedere una ulteriore stretta anti-contagio Regione, sindaci e tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione: davanti all'impennata dei contagi e alle previsioni allarmanti di tecnici e scienziati il territorio ha fatto fronte per provvedimenti più stringenti rispetto a quelli nazionali varate con il nuovo Dpcm dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L'obiettivo - come spiegato dal presidente Attilio Fontana - è quello di "cercare di dare un colpo a una delle cause del contagio che è ripartito e che risiede negli assembramenti, nelle movide, nelle feste, negli incontri in pubblico, nelle piazze" Cose che purtroppo non si riescono a controllare - ha sottolineato - perchè non riusciamo ad avere un numero sufficiente di polizia, di agenti" per questo "credo che la soluzione migliore possa essere questa, tanto è vero che è stata presa in altri paesi". Fontana ha spiegato che la decisione è collegata alle proiezioni realizzate da alcuni esperti che "ci inducono a essere molto cauti, ad avere timore che entro 15 giorni si possa verificare una situazione che non sarebbe ancora da collasso ma che sarebbe sicuramente impegnativa. Credo sia inutile aspettare che si verifichi una situazione del genere per mettere in essere le misure che possono essere ritenute utili".  

C'è l'ok del ministro Speranza

Da qui la decisione unanime di chiedere al Governo la condivisione di quello che a tutti gli effetti può essere definito un coprifuoco, con lo stop di ogni attività e degli spostamenti, salvo comprovati motivi di necessità, nell'intera regione dalle 23 alle 5 del mattino, a partire dal prossimo giovedì. Non si è fatta attendere la risposta del ministro della Salute, Roberto Speranza: "Sono d'accordo sull'ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore" ha detto il ministro. La presa di posizione lombarda nasce infatti a seguito dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione del Comitato tecnico-scientifico regionale, secondo cui, da qui alle prossime due settimane, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4 mila in terapia non intensiva. Uno scenario allarmante, che ha indotto gli amministratori a condividere anche l'opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, dei centri commerciali non alimentari, lasciando aperti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità. 

Sala: vediamo se con coprifuoco scende curva

Preoccupato il sindaco Giuseppe Sala.  A Milano, rispetto ad altre province, "la situazione appare certamente più critica, è il momento di affrontare le questioni con grande pragmatismo". Il primo cittadino ha poi annunciato: "in Comune porteremo rapidamente lo smartworking al 50%, anche di più se servirà". 

Pregliasco: coprifuoco necessario, situazione esplosiva

Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, "il coprifuoco in Lombardia è necessario perché la situazione è esplosiva, servono iniziative più forti rispetto a quelle del dpcm che sono frutto di un compromesso. Purtroppo non esiste un manuale di gestione della pandemia, le misure che vengono decise non hanno una scientificità oggettiva, sono indicazioni di massima". L'esperto ha poi parlato del vaccino anti-Covid: "I primi lotti di vaccino arriveranno già a fine anno, ma la vaccinazione per tutti non ci sarà prima dell'autunno del 2021. Non sappiamo ancora quante dosi serviranno e con quale frequenza fare i richiami, non sappiamo ancora quanto duri l'immunità in chi ha avuto il virus, ci sono 22 casi accertati di reinfezione". 

Gallera: situazione difficile ma peggio in altre regioni

Per l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera la situazione della Lombardia è "una situazione difficile, analoga o leggermente migliore rispetto a quella di altre Regioni". Secondo Gallera, infatti, "Campania, Lazio Liguria sono messe molto peggio della Lombardia". "Qui stiamo lavorando in via preventiva - ha aggiunto - nel senso che adottare misure restrittive oggi può aiutarci a evitare misure ancora più restrittive domani. Oggi stiamo cercando di prevenire una situazione che studi matematici dicono potrebbe portare ad un incremento molto ampio di posti letto nelle prossime settimane". I merito al porblema del tracciamento l'assessore lombardo ha spiegato: "La situazione della città di Milano è quella un po' difficile ma stiamo lavorando anche su questa e il numero dei tamponi fatto, paragonato al numero di asintomatici dimostra che il tracciamento il Lombardia è importante, solido e sta dando risultati significativi".

Il viceministro Misiani: situazione sconfortante

"Come bergamasco e lombardo, sono sconfortato della situazione in Lombardia. Credo che una serie di regioni avrebbe dovuto fare di più per quanto riguarda i posti in terapia intensiva". Lo ha detto il viceministro dell'Economia Antonio Misiani, intervistato da Radio Popolare, aggiungendo che in Lombardia "anche la vicenda del vaccino antiinfluenzale che non c'è, e quello che è stato preso è stato strapagato, è una vicenda che lascia sconcertati". "È giusto dire - ha aggiunto Misiani - che le terapie intensive in Lombardia erano 983 una settimana fa contro un obiettivo minimo di 1446. Chi deve spiegare, spiegasse ai cittadini lombardi perchè sono 983 contro 1446, con una previsione drammatica che leggo sui giornali di 600 posti letto occupati in terapia intensiva entro fine mese. Se fosse così, capisco che sia necessario adottare misure restrittive ma devono spiegare perché non è stato fatto tutto quello che andava fatto". Misiani ha ricordato che il governo ha comprato migliaia di ventilatori e stanziato 8 miliardi di euro per rafforzare il sistema sanitario: "Siamo indietro in alcune realtà e credo che ognuno deve assumersi le sue responsabilità, perchè è troppo facile scaricare tutto sul governo".

Curva pericolosamente in crescita

In Italia ieri, lunedì 19 ottobre, erano 9.338 i nuovi casi di coronavirus, rilevati sulla base di 98.862 tamponi. Un dato in netto calo ma che va letto alla luce del minor numero di tamponi processati (domenica i contagi erano 11.705, con oltre 50mila accertamenti in più). Cresce il bilancio delle vittime: oggi 73, contro le 69 del giorno prima. Anche in Lombardia è crollato il numero dei nuovi positivi ma anche la quantità di tamponi effettuati. I nuovi casi nelle ultime 24 ore nella regione più colpita dall'emergenza Covid-19 erano 1.687 a fronte di 14.577 tamponi (domenica erano più del doppio, quasi 31mila), per un totale di 2.516.861 da inizio pandemia. Peggiora quindi rapporto tamponi-positivi: al 11,5%, con un nuovo balzo in avanti. Netto calo delle vittime: sei i decessi (contro i 27 di domenica), 17.084 in totale. Nuovamente in crescita la pressione sugli ospedali: +3 nelle terapie intensive (113 in pazienti in totale), 1.136 i ricoverati (+71 in un giorno). Alle spalle della Lombardia per nuovi contagi la Campania, con 1.593 (12.495 tanponi), la Toscana con 986 nuovi casi (con 10.557 tamponi), il Lazio con 939 (con 17.577 tamponi) e il Piemonte con 933 (9.564 tamponi) (Tutti i dati regione per regione / TABELLA)