ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Viola Nocenzi e le sue “poesie da parati”: "Il block-notes, un pentagramma"

Dalle note ai versi, è la figlia talentuosa di Vittorio Nocenzi, fondatore del Banco del Mutuo Soccorso

Viola Nocenzi

Viola Nocenzi

Como – Viola e le sue poesie. Da parati. "L’idea del titolo è nata dal genio di Alessandro Bergonzoni, non posso prendermene la maternità perché ha fatto tutto lui quando gli ho spiegato di averle scritte tra le quattro mura domestiche" racconta la figlia di Vittorio Nocenzi, fondatore, cuore e anima del Banco del Mutuo Soccorso, nata a Roma ma trapiantata sul Lago di Como ormai da anni. "Mi ha detto che trattandosi una scrittura d’interni questa raccolta di componimenti avrebbe dovuto chiamarsi proprio così, ‘Poesie da parati’. E davanti al lampo di trasformare le pareti di casa mia nel telo su cui proiettare pensieri, fantasie, non ho saputo resistere".

Lei che fa la cantautrice, perché ha scelto di dare alle stampe una raccolta di poesie?

"Per necessità. Ho iniziato a scrivere a Lugano, e quindi lontana dal mio pianoforte, nella impossibilità materiale di tradurre l’ispirazione in canzoni come faccio dall’età di quattro anni. Così, davanti al block-notes, ho pensato che avrei potuto trasformarlo in una specie di pentagramma su cui appuntare parole come fossero note, senza però i vincoli della metrica. Una libertà che mi ha spinto a scrivere nelle prime due settimane qualcosa come duecento poesie, alcune dedicate a personaggi di grande ispirazione come Battiato, Dalla o Morricone".

Che uso ne ha fatto?

"Alcune sono diventate ‘EcoAgorà’, una performance multidisciplinare itinerante di arte, teatro, danza e musica ideata da Renzo Sicco portata in scena dall’Associazione Assemblea Teatro pure in alcuni carceri minorili".

L’introduzione è dello stesso Bergonzoni, ma nel libro ci sono pure altri interventi.

"Questo perché volevo confrontarmi con persone che stimo e conosco da sempre a cominciare da amici di famiglia come Angelo Branduardi ed Eugenio Finardi. Gli ho inviato le mie poesie e il feedback è stato da parte di entrambi molto positivo, emozionante ed emozionato. Così ho pensato d’inserire quei pensieri nel libro per introdurre il lettore ai miei mondi, così come ho fatto pure con Giovanni Caccamo e Frida Bollani Magoni, ma anche un regista, scrittore e poeta che ammiro molto quale Cosimo Damiano Damato".

Con Branduardi ha realizzato pure un video.

"Sì, su ‘Il palazzo difronte’, poesia caratterizzata da un concetto molto vicino a quella ‘Alla fiera dell’Est’ che poi accenno nel finale. Il video è andato molto bene, con decine di migliaia di visualizzazioni in poche ore. Ora mi piacerebbe trasformare questo volume in un audiolibro in modo da far arrivare le mie parole pure ad ipovedenti e non vedenti".

Qual è stato il suo primo incontro con la poesia?

"Da bambina a Milano, in casa di Alda Merini. Poco prima che ci lasciasse, infatti, mio padre ha inciso con lei un disco per pianoforte intitolato ‘Movimenti’. Ricordo innanzitutto il suo sguardo, traversato da un lampo che mi sembra di rivedere solo in certe foto in bianco e nero di Miles Davis. Il terzo giorno di registrazioni Alda mi portò in camera sua, tolse tre cassetti dal comò e li poggiò sul pavimento chiedendomi di camminarci dentro, poi ha prese una gabbia e me la regalò dicendo: mi raccomando, avvisami il giorno che deciderai di uscirne". Viola ammette di non sapere se poi è riuscita a volarsene via o no. Ma nelle composizioni raccolte in “Poesie da parati” è impigliata così tanta vita da tenere lo sportello aperto.