Quasi una richiesta di aiuto al giorno nei primi dieci mesi del 2022. Anche a Como è stato un anno nero in materia di maltrattamenti e aggressioni alle donne stando ai dati del Centro anti-violenza, che ha raccolto 209 denunce. Le più colpite sono le donne tra i 35 e i 44 anni, anche se per molte di loro le violenze e le minacce sono proseguite molto più a lungo, in qualche caso per una vita intera.
"Spesso si tratta di violenze psicologiche – racconta Arianna Liberatore, presidente di Telefono Donna Como – purtroppo però spesso gli aggressori sono andati oltre". Nonostante le campagne di informazione e le attività di sensibilizzazione che spesso coinvolgono anche il mondo della scuola, le attiviste hanno riscontrato l’aumento di stalking e violenze anche nei confronti delle più giovani. "Nella maggior parte dei casi il responsabile delle violenze è il marito, il convivente o l’ex. E sempre più spesso i maltrattamenti avvengono tra le mura domestiche, davanti ai figli".
Solo nei primi 10 mesi del 2022 ben 103 donne si sono rivolte al Centro anti-violenza ma solo 71 hanno trovato la forza di procedere a una formale denuncia. Le altre o hanno deciso di non farlo oppure sono indecise. "Denunciare è un punto di partenza e non di arrivo – conclude Arianna Liberatore – Significa andare incontro a un lungo percorso, che richiede molte energie. Ma rimane l’unica strada possibile. L’alternativa è convivere ogni giorno con il proprio aguzzino, temendo di essere aggredite e magari di morire, fino a perdere la fiducia in se stesse".
Roberto Canali