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Accoltella a morte la moglie malata: dimesso dall'ospedale, sarà ospitato in una comunità

L'ex vigile Armando Molteni non ce la faceva più a vedere la donna depressa e malata

La zona di Como dove è avvenuta la tragedia

Como, 5 marzo 2017 - Le ferite sul corpo gli sono state curate al meglio, per quelle dell’anima non esiste una medicina, come per il rimpianto e il dolore di aver ucciso con le sue mani la donna che ha amato per tutta la vita. Non tornerà nel suo appartamento di via Canturina, Armando Molteni, l’ex-vigile di 82 anni che lo scorso 17 gennaio ha ucciso a coltellate la moglie, Anna Radice di 78 anni, perché non ce la faceva più a vederla depressa e malata.  Ieri l'anziano è stato dimesso dall’ospedale Sant’Anna e trasferito in una struttura di riabilitazione di Pellio Intelvi, dove continueranno a curarlo e a tenerlo sotto stretta osservazione per evitare che possa tentare di nuovo di togliersi la vita, come aveva tentato tre settimane fa, utilizzando un coltello infliggendosi ferite al collo e alle braccia.

Una decisione avvallata dal Tribunale di Como che ha sottoposto il pensionato al regime degli arresti domiciliari, vista l’impossibilità per ragioni dettate dall’età e dalle condizioni psicofisiche di mandarlo in carcere. Nei giorni scorsi Molteni è stato interrogato dal pubblico ministero Simona De Salvo, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. A parlare al suo posto la lettera trovata all’interno dell’appartamento, subito dopo il delitto, in cui l’anziano rivolgendosi ai due figli chiedeva perdono e spiegava di non riuscire più ad andare avanti a causa della malattia della moglie.

In ospedale dalla sera del 17 febbraio Molteni è stato definitivamente dichiarato fuori pericolo dopo qualche giorno, fino alla decisione dei medici di firmare le sue dimissioni. Anche per volere dei figli l’anziano trascorrerà un lungo periodo di degenza a Pellio Intelvi, in attesa del promesso che potrebbe svolgersi già l’autunno prossimo. Determinante sarà stabilire le condizioni psichiche dell’uomo che sicuramente era depresso e disperato, ma secondo la Procura comunque in grado di intendere e volere. Anche in caso di condanna per lui non si dovrebbero comunque aprire le porte del carcere, vista la sua età avanzata, l’eventuale pena verrà scontata all’interno di una struttura protetta.