Il telescopio che dà la caccia agli asteroidi è "made in Como"

Presentato ieri negli stabilimenti della OHB di Turate, dov’è stato costruito

Il telescopio

Il telescopio

Turate (Como), 12 luglio 2019 -  Sembra la trama di un film di fantascienza e invece è la storia, in buona parte comasca, del telescopio europeo Flyeye, «occhio di mosca», presentato ieri negli stabilimenti della OHB di Turate, dov’è stato costruito, con l’obiettivo di scrutare lo spazio profondo per individuare asteroidi potenzialmente pericolosi in grado di scontrarsi con la Terra. Al progetto hanno lavorato l’Esa, l’Agenzia spaziale Europea, insieme all’Asi, quella italiana. Il super telescopio ormai è pronto e attende di essere trasferito in Sicilia, nell’osservatorio sulla cima del monte Mufare, dove entrerà in funzione a partire dal 2021. Composto da 16 sofisticate telecamere, simili all’occhio di una mosca, avrà un peso di 24 tonnellate e misurerà 6,5 metri di altezza e 4 di larghezza.

«Un primato tecnologico tutto italiano a cui abbiamo iniziato a lavorare dieci anni fa grazie al contributo di grandi esperti come l’astronomo Andrea Milani: realizzarlo e’ stata una vera sfida – spiega Lorenzo Cibin, di OHB Italia responsabile del progetto che ha portato alla costruzione del telescopio costato 15 milioni di euro - Sara’ il primo al mondo capace di fornire protezione contro eventi come l’esplosione avvenuto a Chelyabinsk nel 2013«. Il riferimento è alla regione degli Urali dove 15 febbraio del 2013 intorno alle ore 9.20 un meteorite si è schiantato al suolo provocando con la sua onda d’urto che ha danneggiato ospedali, scuole e abitazioni e provocato oltre un migliaio di feriti per i traumi provocati da 200mila metri quadri di vetri che sono letteralmente esplosi andando in mille pezzi.

«Grazie a Flyeye, potremo scoprire asteroidi fino a 40 metri di diametro con un anticipo di almeno tre settimane prima che impattino contro l’atmosfera terrestre - sottolinea Ian Carnelli, responsabile dell’Esa - In pratica, potremo finalmente prevedere i cosiddetti bolidi, quei frammenti che due o tre volte al mese entrano nell’atmosfera terrestre creando una scia luminosa che li rende simili a palle di fuoco». Un secondo telescopio ricorda Flyeye verrà installato in Cile. «L’obiettivo finale e’ allestire una rete di quattro telescopi, due per ogni emisfero, in modo da avere la visione completa del cielo«. Le potenzialità del super telescopio vanno ben oltre la caccia agli asteroidi. «L’enorme flusso di dati che verra’ prodotto potra’ essere utile in molti altri campi dell’astronomia – concludono i tecnici dell’Esa – Servirà per studiare i mutamenti del cielo come la variazione di luminosità delle stelle«.