
La Guardia di Finanza
Como - Erogazione di fondi pubblici a sostegno delle imprese ma, inevitabilmente, anche controlli della Guardia di finanza per verificare che gli incentivi non abbiano seguito strade non lecite o non dovute. Così le attività di verifica svolte nei mesi scorsi nel Comasco hanno portato a scoprire 21 irregolarità, pari a un milione e mezzo di euro, rispetto a un totale di due milioni su cui sono state svolte verifiche, con la conseguente denuncia di 27 persone. I reati ipotizzati in questa fase sono sempre di frode, con la prospettiva di maggiori approfondimenti sulle modalità di richiesta, di ottenimento e di impiego di quel denaro.
I controlli vengono spesso fatti sulla scorta di accertamenti preliminari, che in qualche misura indirizzano gli inquirenti verso le situazioni da cui emergono dubbi o aspetti di non sufficiente chiarezza, ma in ogni caso è evidente la sproporzione tra il complesso dei finanziamenti controllati – due milioni – e il milione e mezzo su cui grava l’ipotesi di indebito ottenimento. Verifiche che sono un atto dovuto soprattutto in condizioni particolare congiuntura economica, e hanno come obiettivo la tutela della legalità economico-finanziaria, così come – in questo caso specifico – la prevenzione e repressione delle violazioni in materia di frodi agli incentivi nazionali introdotti per l’emergenza sanitaria. Il fine è di limitare esclusivamente a chi ha diritto l’utilizzo delle risorse che lo Stato ha destinato a sostegno del tessuto economico.
Così, dalla quantità di interventi ispettivi portati a termine nei mesi scorsi a carico di chi risultava beneficiario delle erogazioni, sono emerse le 21 irregolarità, ma soprattutto il milione e mezzo che si ritiene indebitamente percepito. In particolare, 869mila euro sarebbero derivanti da finanziamenti assistiti da garanzia, con la conseguente denuncia dei responsabili per violazioni di natura penale. Inoltre sono state avanzate proposte di sequestro, attualmente al vaglio della magistratura lariana, per un ammontare di oltre un milione e 200mila euro.
In questa fase, il contrasto delle condotte illecite recepisce gli obiettivi di politica economica e sociale prefissati dal Governo: non solo per il recupero delle cifre indebitamente assegnate, ma anche per l’eventuale blocco delle erogazioni richieste ma non spettanti, provenienti dallo Stato o dalla Regione, a discapito delle imprese e dei professionisti onesti che operano nella piena e completa osservanza delle leggi, e che magari non riescono ad avere accesso ai fondi messi a disposizione.