REDAZIONE COMO

Strage di Erba, giudici: “No alla revisione del processo, nessuna nuova prova e nessun complotto contro Olindo e Rosa”

Depositate le motivazioni delle sentenza dello scorso 10 luglio, quando sono state respinte le istanze presentate dai legali del coniugi e dall’allora pg di Milano Cuno Tarfusser

Nella combo, Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coiniugi condannati in via definitiva per la strage di Erba che causò quattro morti, tra cui un bambino di due anni, l'11 dicembre del 2006

Nella combo, Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coiniugi condannati in via definitiva per la strage di Erba che causò quattro morti, tra cui un bambino di due anni, l'11 dicembre del 2006

Erba (Como), 7 ottobre 2024 – Le istanze di revisione del processo sulla strage di Erba sono state respinte perché non c'era nessuna nuova prova e nemmeno ci fu un "complotto", come adombrato dai ricorrenti, ai danni degli imputati. È quanto hanno scritto i giudici della Corte d'Appello di Brescia nelle motivazioni depositate oggi alla sentenza con la quale il 10 luglio scorso hanno respinto le istanze di revisione presentate dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi e dall'allora pg di Milano Cuno Tarfusser.

Difesa e pg chiedevano di riaprire il caso chiuso con la sentenza all'ergastolo per avere ucciso l'11 dicembre 2006 a Erba Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio Youssef di due anni e la vicina di casa Valeria Cherubini.

“L'istanza è manifestamente inammissibile, esaurendosi nella ripetizione, alla luce delle nuove acquisizioni (che, come si e' visto, tali non sono) e nella prospettiva della falsità della prova, di doglianze già sviluppate nei precedenti gradi di giudizio e in sede d'incidente di esecuzione” è' la conclusione dei giudici. E nemmeno ci fu una sorta di "complotto" ai danni dei coniugi come, secondo questa lettura, emergerebbe dalle richieste di revisione.

“La falsità delle prove (rectius: del loro iter formativo), così come i presunti fatti-reato che avrebbero inquinato il processo, non discenderebbe da nuove prove di segno opposto a quelle considerate in sede di cognizione ma da una sorta di complotto ai danni di Romano e della Bazzi, che avrebbe condotto gli inquirenti a costruire a tavolino la traccia ematica rinvenuta sul battitacco della Seat Arosa e a insufflare in modo surrettizio (occultando di averlo sentito, cancellando le relative intercettazioni e falsificando i verbali dei colloqui registrati) Mario Frigerio, per poi costringere gli odierni ricorrenti a confessare, anche in questo caso sopprimendo conversazioni oggetto d'intercettazione che avrebbero potuto dimostrarne l'innocenza”.