"Ero attratta da lui, come accecata. Qualsiasi cosa mi facesse, tornavo da lui, in preda a una dipendenza affettiva da cui non riuscivo a liberarmi. Nonostante tutto, io non lo odio, e spero che possa affrontare un nuovo percorso senza violenza, senza dolore e minacce". In una lunga testimonianza, durante la quale spesso non ha trattenuto le lacrime, l’ex compagna del ventiseienne di Broni Said Cherrah, ha raccontato ogni minuto del 21 novembre dello scorso anno, quando le aveva gettato acido muriatico sul volto, facendole rischiare gravi danni agli occhi e abrasioni al volto. Detenuto agli arresti domiciliari, è accusato dal pubblico ministero Antonio Nalesso di "deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso", oltre che di stalking.
La ragazza, assistita dall’avvocato Daniela Danieli, è costituita parte civile nel processo, pur avendo ritirato le querele man mano fatte contro Said Cherrah, a sua volta presente in aula con il suo avvocato, Roberto Grittini. Seduta rivolta alla Corte e con le spalle all’imputato, che non ha voluto guardare mentre rispondeva alle domande, la ragazza ha raccontato anche i mesi precedenti della loro relazione, che già erano sfociati in denunce per atti persecutori.
Fino a quel giorno, quando Cherrah, sottoposto a divieto di avvicinamento, l’aveva raggiunta a Erba, avvicinandola mentre andava in ufficio poco prima delle 14. "Sono salita in auto giusto cinque minuti – ha detto la ragazza – poi ho tentato di andarmene perché dovevo rientrare in ufficio". A quel punto, è iniziata l’aggressione: "Mi ha presa per i capelli, sbattuta contro una ringhiera e trascinata verso la parte posteriore dell’auto. Ha aperto il baule e mi ha rovesciato addosso un liquido… non capivo cos’era ma bruciava. Gli ho solo gridato di risparmiarmi la faccia, l’ho pregato… ma lui mi ha detto di stare zitta".
Nel frattempo erano intervenuti cinque o sei passanti, che avevano aiutato la ragazza a liberarsi e chiamato i soccorsi. "Mentre ero sull’ambulanza – ha aggiunto l’ex compagna di Said Cherrah – lo sentivo gridare che mi avrebbe ammazzata". Il processo prosegue a novembre, davanti al Tribunale Collegiale di Como, quando potrebbe essere sentito l’imputato e gli altri testimoni.
Paola Pioppi