Scontro fra treni in stazione a Inverigo. Capotreno e allievo patteggiano

Partiti con il semaforo rosso, nell’incidente del 28 marzo 2019 erano rimaste ferite diverse persone

L’intervento dei soccorritori alla stazione di Inverigo dopo l’impatto fra i due treni

L’intervento dei soccorritori alla stazione di Inverigo dopo l’impatto fra i due treni

Inverigo (Como), 22 gennaio 2021 -   L’incidente era avvenuto alle 18.30 del 28 marzo 2019, quando il treno in partenza dalla banchina ferroviaria di Inverigo, si era scontrato frontalmente con il convoglio che stava entrando in stazione. Ieri, dopo quasi due anni di indagini tecniche, sono comparsi davanti al Gup di Como Carlo Cecchetti, i tre indagati, ritenuti responsabili di quell’incidente: il capotreno Giovanni Russo, 27 anni, il macchinista Fabio Vicidomini, 42 anni e l’allievo macchinista Federico Bonfadini, 26 anni, tutti accusati di disastro ferroviario. Russo e Bonfadini hanno deciso di patteggiare, accogliendo sostanzialmente la proposta di quantificazione della pena giunta dal pubblico ministero Massimo Astori: un anno e 3 mesi per il primo, 7 mesi per il secondo, che ha risarcito il danno attraverso una copertura assicurativa.

Diversa invece la decisione di Vicidomini, che ha scelto invece il processo con rito abbreviato, ma condizionato all’audizione di una serie di testimoni, indicati nella lista depositata ieri. Il giudice si è riservato la decisione di accogliere o meno tale richiesta, rinviando l’udienza a inizio aprile, quando saranno formalizzati i due patteggiamenti e sciolta la riserva su Vicidomini.

L’incidente era avvenuto a bassissima velocità, sulla tratta Milano-Asso di Trenord, causando il ferimento di sedici passeggeri, in buona parte con lesioni lievi. Le indagini erano arrivate a ipotizzare un profilo di colpa per le tre figure che avrebbero dovuto garantire la sicurezza della manovra di entrata e uscita dalla stazione: il capotreno Giovanni Russo, il macchinista Fabio Vicidomini, e l’allievo macchinista Federico Bonfadini.

L’imprudenza che gli viene attribuita nelle imputazioni è di aver rimesso in moto il convoglio con il semaforo rosso. Per la precisione, la ricostruzione a cui è giunta la Procura, li accusa di aver ignorato il segnale luminoso che indicava la "via impedita", dando via libera alla ripartenza il primo, e mettendo in moto il convoglio gli altri due, come se il binario fosse a luce verde: finendo così contro il treno diretto ad Asso. I tre sono inoltre accusati delle lesioni colpose riportate dai due unici passeggeri che hanno sporto querela, che avevano riportato traumi a gambe e braccia con prognosi di 40 e 70 giorni.

A conclusione delle indagini, il magistrato aveva proposto un patteggiamento leggermente superiore: un anno e 7 mesi per Russo, nel suo ruolo di capotreno che aveva dato il via libera alla ripartenza, mentre per gli altri due, macchinista e allievo macchinista, che a loro volta non avevano verificato la correttezza dell’indicazione data dal capotreno, la proposta di applicazione pena è di 7 mesi e 10 giorni, in tutti e tre i casi con sospensione condizionale della pena. Salvo poi ridurre ulteriormente la pena di Russo, e dover invece affrontare il processo – se allo stato degli atti o dibattimentale lo si saprà ad aprile – per Vicidomini.