"Schenker cedevole con l’esponente della ’ndrangheta"

Commissariati il colosso della logistica e un’altra società

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di Paola Pioppi

"Impressiona l’estrema cedevolezza manifestata da plurimi esponenti della Schenker Italiana nel relazionarsi con una persona di questo spessore delittuoso e nell’agevolarne l’attività". Così il Tribunale di Milano argomenta nel provvedimento che ha portato a disporre l’amministrazione giudiziaria per omesso controllo, scaturita dagli "stabili rapporti d’affari con Nicola Bevilacqua, agevolandone l’attività, benché sia stato condannato irrevocabilmente". Bevilacqua, 70enne di Rovellasca, amministratore di fatto della Fiuto Autotrasporti che svolgeva consegne per la filiale di Guanzate della Schenker, alle spalle ha un trascorso di associazione di stampo mafioso ed estorsione in quanto affiliato alla ’ndrina Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. "Nessuno degli esponenti di Schenker Italiana – prosegue il provvedimento – si è mai interrogato sul fatto che Bevilacqua fosse una persona diversa da Anna Fiuto, intestataria dell’impresa, senza neppure una visura sul registro delle imprese della Camera di commercio". I giudici, nella loro valutazione, abbracciano il contesto più ampio della situazione attuale del settore dell’autotrasporto in provincia di Como, "fortemente inquinato da infiltrazioni mafiose, favorite dalla persistenza sul territorio, da decenni, di locali di ‘ndrangheta". Riportando, in particolare, i contenuti di un’informativa del 2020 del Nucleo investigativo dei carabinieri di Como: "Nel quadro – dicono – di una proiezione fortissima della Fiuto Autotrasporti a rapportarsi con aziende disponibili ad accordi collusivi con esponenti mafiosi". E fanno riferimento, per esempio, al "rapporto intrecciato dal 2020 con la Aldieri Autotrasporti, per cui si procede separatamente". Così la direzione di fatto di Bevilacqua "in virtù dei suoi metodi" avrebbe portato a un’impennata dei volumi d’affari della Fiuto Autotrasporti, cresciuti dai 12mila euro del 2005 al picco di un milione e 800mila del 2018. "L’Aldieri non è coinvolta in un procedimento penale bensì in una una procedura amministrativa di carattere preventivo che non modifica in alcun modo né l’assetto proprietario né la struttura organizzativa della società", fa sapere Aldieri Autotrasporti.