San Siro, è polemica sullo stallo Salvini adesso fa il tifo per Sesto

La Giunta Sala prende tempo ma c’è la scadenza del 18 gennaio. Il ministro leghista: troppi anni persi

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MILANO

di Massimiliano Mingoia

Se vincolo monumentale deve essere, che vincolo sia, ma in tempi brevi. La linea “attendista’’ del Comune sul futuro dello stadio di San Siro e sulla valutazione del progetto del nuovo impianto proposto da Milan e Inter provoca una polemica politica a distanza tra il segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i vertici di Palazzo Marino: "Già troppi anni persi, Milan e Inter non possono più perdere tempo – attacca Salvini –. Si costruisca uno stadio nuovo, bello, moderno e sicuro a Sesto San Giovanni. Basta con ritardi e soldi sprecati".

Insomma, Salvini ormai “tifa’’ per il trasloco delle due squadre milanesi nel comune dell’hinterland, sempre che una parte delle ex aree Falck sia ancora libera per ospitare un nuovo stadio. Il leader lumbard picchia duro contro la linea ondivaga di Palazzo Marino. A cosa punta, a questo punto, Sala? Prima di Capodanno, il sindaco è partito in pressing sul Governo per capire se la posizione di Vittorio Sgarbi – il sottosegretario alla Cultura reclama a gran voce un vincolo monumentale sul Meazza, il cui secondo anello nel 2024 compirà 70 anni e dunque potrebbe essere tutelabile per legge – sarà confermata dal nuovo soprintendente milanese, cioè dal sostituto non ancora nominato di Antonella Ranaldi, diretta a Firenze.

Nel frattempo cosa intende fare Palazzo Marino? La domanda non ha una risposta banale, perché ci sono due aspetti da tenere in debita considerazione: uno tecnico-normativo e uno politico. Il primo riguarda la relazione finale sul dibattito pubblico su San Siro presentata lo scorso 18 novembre da Andrea Pillon. Per legge il Comune, proprietario dello stadio e dell’area in cui è prevista la realizzazione del nuovo impianto, dovrebbe pronunciarsi entro 60 giorni, dunque entro il 18 gennaio. In pratica l’amministrazione dovrebbe indicare quali osservazioni – presenti nella relazione sul dibattito pubblico – accoglie e quali respinge e la Giunta dovrebbe decidere se concedere l’interesse pubblico al progetto rossonerazzurro che punta a realizzare il nuovo stadio nel parcheggio e nel Parco dei Capitani di fianco al Meazza, che i club vorrebbero demolire per realizzare un distretto sportivo e commerciale. Il nodo di tutto il caso San Siro ruota proprio intorno alla Scala del calcio: in caso di vincolo monumentale sull’attuale stadio, infatti, Milan e Inter non potrebbero realizzare il loro progetto. Un punto fondamentale. Tanto che – secondo alcune indiscrezioni che filtrano da Palazzo Marino – il Comune vorrebbe aspettare la decisione del soprintendente sul vincolo prima di andare avanti con l’iter progettuale. Questo l’aspetto più politico.

Una posizione attendista che – come abbiamo visto – non è piaciuta a Salvini ma neanche al capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi: "Ma perché il Comune rinuncia a governare il proprio territorio? Lo sapevano anche le sedie che nel 2024 sarebbe scattato un vincolo. Si faccia come chiedono i Comitati da tempo: una gara internazionale per gestire il Meazza e i 200 mila mq intorno! Certo che è più comodo nascondersi dietro il Governo, che ti toglie le castagne dal fuoco, ma la realtà è che il dibattito pubblico ha messo in evidenza il disastro ambientale. Molti anche in Comune ora ne sono consapevoli".