
Salvato il Casinò, i conti del Comune sono in profondo rosso
Salvato il casinò, che si è appena lasciato alle spalle un anno tutto sommato buono dopo la riapertura seguita ai tre anni di stop per il fallimento deciso dal Tribunale di Como poi ribaltato grazie a un ricorso in Cassazione, a Campione d’Italia da sistemare ora ci sono in conti del Comune, in profondo rosso per le passività accumulate durante gli anni di crisi della casa da gioco. Il revisore dei conti Pierluigi Carabelli, nella sua relazione che verrà discussa nei prossimi giorni dall’assemblea cittadina, ha invitato l’amministrazione a dare "corso a tutte le azioni necessarie al realizzo delle entrate al fine di perseguire l’obiettivo del risanamento" invitando in particolare a monitorare "con tempestività ed attenzione tutte le entrate previste dalla partecipata Società Casinò Campione Spa". Nella sua relazione il consulente ha stigmatizzato l’utilizzo "continuo e protratto nel tempo dell’anticipazione di tesoreria", già iniziato ai tempi in cui il Comune era commissariato per riuscire a pagare le spese. Proprio contro questo escamotage contabile si era espressa anche la Corte dei Conti nella sentenza emessa del marzo 2022. Nel mirino è finita anche la rimodulazione dei mutui bancari, perché "sposta in avanti il debito residuo appesantendo la gestione degli esercizi futuri". A Campione però i soldi da qualche parte si devono pur trovare e l’unica via individuata, con l’avvallo del Ministero dell’Interno, è alienare il patrimonio edilizio ancora di proprietà comunale. Anche da questo punto di vista però non ci sono buone notizie, il loro valore infatti alla luce delle ultime stime è sceso da 22.500.000 mila franchi a 16.580.000. A questo va aggiunto il contenzioso aperto con Regione Lombardia per le spese sanitarie degli abitanti dell’ex-clave nelle cliniche e negli ospedali svizzeri: un conto da oltre 87 milioni di euro che da solo potrebbe mettere in ginocchio il Comune.
Roberto Canali