Rogo in psichiatria, nella perizie si cerca la verità sulla morte di Elena

Rogo in psichiatria, nella perizie si cerca la verità sulla morte di Elena

Rogo in psichiatria, nella perizie si cerca la verità sulla morte di Elena

Che le perizie pesino in questo processo è emerso nell’udienza di ieri dove si sono confrontati il consulente della difesa, il medico legale Arnaldo Migliorini, e quello nominato dal Papa Giovanni XXIII, il dottor Matteo Marchesi che aveva partecipato all’autopsia. Il processo deve far luce sulle responsabilità di quanto accaduto il 13 agosto 2019 nel reparto di Psichiatria del Papa Giovanni XXIII, dove da qualche giorno era ricoverata la giovane, dopo un tentativo di suicidio. Quella mattina, secondo la ricostruzione, la 19enne appiccò il rogo con un accendino mentre si trovava nella sua camera. Due gli imputati, Alessandro Boccamino di Lissone e Eugenio Gallifuoco, di Paderno Dugnano addetti alla sicurezza che lavoravano per la società che gestiva il servizio antincendio all’ospedale. Devono rispondere di incendio e omicidio colposo. Secondo l’accusa, pm Letizia Ruggeri, la morte è da ricondurre alla lentezza, oltre che alla negligenza e all’imperizia dei due imputati.

Per Marchesi, come spiegato nella relazione tecnica, il cadavere era stato trovato accanto al letto, prono, con parziale carbonizzazione posteriore del corpo. Ma entrando nello specifico, sulla causa della morte, come sollecitato dal giudice Laura Garufi, il dottor Marchesi ha spiegato che sono concorsi due fattori combinati. In pratica "un effetto tra uno shock termico (il calore) e uno shock tossico (inalazione di fumi)". Il decesso? "È stato rapido, alcuni minuti". Poi è toccato al consulente della difesa, il medico legale Arnaldo Migliorini. "La morte è stata estremamente rapida, qualche decina di secondi". Ma a differenza dei colleghi la imputa "all’effetto del flash fair, come una esplosione". Parte la fiammata, il calore aumenta. E la persona coinvolta può resistere alcuni secondi (al massimo 40). Sono stati sentiti anche lo psichiatra Massimo Biza, e la tossicologa Claudia Vignati. Prossima udienza il 22 giugno. Francesco Donadoni