Pulivano case, ma erano infedeli

Coppia di fratelli stranieri si è impossessata di 20mila euro

Nel 2019 erano stati mandati a processo con l’accusa di aver commesso un furto aggravato in abitazione da quasi 20mila euro tra gioielli, abiti di marca e altri oggetti, sottratti dalla seconda casa di Mezzegra di due coniugi inglesi. I due, fratello e sorella di origine rumena, dipendenti di un’impresa di pulizia e manutenzione di ville, erano stati condannati a un anno di reclusione lui, 10 mesi lei, per il reato commesso all’interno di una abitazione, approfittando dell’incarico di lavoro e con un grave danno. Ma la Corte di Cassazione, all’esito del ricorso presentato dall’avvocato Arnaldo Giudici, ha annullato la sentenza, riqualificando la condotta come furto semplice e non come furto in abitazione, in quanto in quella casa erano entrati lecitamente, e non per commettere il reato. Furto per il quale i proprietari tuttavia non avevano mai sporto querela, necessaria per procedere.