PAOLA PIOPPI
Cronaca

Morto Giuseppe Morabito, stroncato da un infarto a 80 anni: era accusato di essere la “mente” del sequestro di Cristina Mazzotti

Il processo a Como a 50 anni dal rapimento e dall’omicidio. Per i pm Morabito è stato l’ideatore dell’operazione. Una tesi smentita con forza dal suo avvocato

Cristina Mazzotti è stata rapita la sera del 30 giugno 1975. Giuseppe Morabito era accusato di aver ideato il sequestro

Cristina Mazzotti è stata rapita la sera del 30 giugno 1975. Giuseppe Morabito era accusato di aver ideato il sequestro

Eupilio (Como), 12 dicembre 2024 – Giuseppe Morabito, uno degli imputati nel processo per il sequestro e la morte di Cristina Mazzotti, non potrà mai sapere quale epilogo avrà il dibattimento in cui era accusato di aver organizzato il rapimento della diciottenne. È morto lo scorso 29 novembre, a 80 anni a Varese, dove viveva, colpito da un infarto. Lo ha annunciato ieri il suo difensore, Maria Criaco, in apertura di udienza davanti alla Corte d’Assise di Como, chiedendo allo stesso tempo che non venisse dichiarata a suo carico l’estinzione del procedimento per morte del reo. Al contrario, su espressa richiesta dei familiari, “per tutelarne la memoria e arrivare a una assoluzione che accerti la verità”, è stato chiesto di poter arrivare alla sentenza finale senza uscire dal processo.

La tesi difensiva

“La difesa - ha detto l’avvocato – ritiene che ci siano i presupposti per arrivare a una assoluzione. Morabito è accusato di aver ideato il sequestro. Ma il pentito Antonio Zagari ha escluso la sua partecipazione: al contrario, ha sostenuto che sia stata ideatore assieme al padre, salvo poi tirarsi indietro prima che avvenisse”. Aggiungendo che “più volte Zagari ha ricordato che Morabito aveva ringraziato suo padre per averlo fatto desistere, visto l’epilogo di quel sequestro, e una volta ringraziò anche lui”.

Il sequestro e la morte

Rapita a Eupilio la sera del 30 giugno 1975, Cristina Mazzotti era morta a soli 18 anni nel giro di un mese durante la prigionia, a causa della quantità letale di sedativi che le erano stati somministrati. Per poi essere trovata a settembre seppellita in una discarica. Il difensore si è inoltre soffermata sull’auto dei rapitori: “Quell’Alfa Giulia – ha detto – è stata intestata alla sorella di Morabito l’8 agosto 1975, e la targa venne cambiata, da Como a Varese. Non può essere l’auto del sequestro, che i due testimoni, gli amici che erano in auto con Cristina, hanno indicato come targata Como”. Alla prossima udienza, a gennaio, la Corte d’Assise dovrà ascoltare le valutazioni del pubblico ministero Cecilia Vassena e della parte civile, per poi decidere se accogliere la richiesta.