Presunti abusi, padre Zanotti a processo

Deve rispondere di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di un ospite

Presunti abusi, padre Zanotti a processo

Presunti abusi, padre Zanotti a processo

Era presente anche l’imputato, padre Antonio Zanotti, 75 anni. Deve rispondere di presunta violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di un ospite della comunità Oasi 7 di Antegnate, nella Bassa. È stato in carcere, poi ai domiciliari (considerato anche il suo stato di salute) dove ha scontato una pena definitiva (4 anni) per truffa dell’accoglienza dei migranti. Ora è di nuovo in tribunale per un’accusa più grave. Siede accanto al suo difensore, avvocato Ramona Giobbi. Ogni tanto, durante la deposizione dei due testi sentiti ieri, prova a intervenire. Ripreso dal presidente del collegio, Ingrascì (a latere le colleghe Garufi e Mazza) padre Zanotti si fa il segno della croce come a dire non parlo più. La violenza sessuale di cui è chiamato a rispondere è quella ai danni di un ospite della comunità Oasi, arrivato a Antegnate nel 2014 dopo un percorso di vita difficile attraverso altre comunità. Un giovane problematico, adottato sin da piccolo. I fatti contestati sono compresi tra il 2015 e il 2018, periodo in cui sarebbero avvenuti gli abusi. Ieri è stato sentito come teste il luogotenente Tanzanella, del Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo che ha ripercorso le tappe di questa indagine fino alla querela, del 2018, che la vittima ha presentato a Roma, dove era scappato. È assistito dall’avvocato Sgrò. Il militare ha spiegato che gli atti sessuali venivano ricompensati dall’imputato con regalie, anche un lingotto d’oro, versamenti di denaro anomali. Poi ha accennato al viagra che, come emerso dalle indagini, il padre faceva acquistare con le ricette mediche affinché la vittima lo prendesse.