Overdose fatale: appello da rifare

Dopo il “ribaltone“ in appello, arriva il “ribaltone“ in Cassazione. I giudici della suprema Corte hanno annullato la sentenza di...

Overdose fatale:  appello da rifare

Overdose fatale: appello da rifare

Dopo il “ribaltone“ in appello, arriva il “ribaltone“ in Cassazione. I giudici della suprema Corte hanno annullato la sentenza di condanna a sette anni e quattro mesi nei confronti di Micheal Paloschi e disposto la celebrazione di un processo d’appello bis. Il 34enne era imputato dell’omicidio preterintenzionale di Francesca Manfredi (nella foto), stroncata a 24 anni la notte del 23 agosto 2020 da un mix di droghe e alcol durante un festino nella sua casa di Chiesanuova a Brescia. Paloschi per la procura era colui che aveva materialmente eseguito l’iniezione di quella mezza dose di eroina risultata fatale alla giovane. In primo grado il gup, Christian Colombo, lo aveva assolto "per non avere commesso il fatto". Un verdetto impugnato dal pm Benedetta Callea, che aveva chiesto una condanna a dieci anni. Stando alla prospettazione accusatoria Francesca non si era mai iniettata eroina prima di quella notte. La dose somministrata dall’amico fu la goccia che fece traboccare il vaso, essendo lei già fortemente intossicata da coca, alcol, ketamina e Xanax. Inizialmente Paloschi negò di aver premuto lo stantuffo di quella siringa, ma in ogni caso, era la tesi difensiva sostenuta in aula dall’avvocato Valeria Cominotti, anche qualora le cose fossero andate diversamente la vittima si era procurata la droga da sola, ed era consenziente (sulla siringa furono trovate le impronte di Francesca). La Corte d’appello ha dato ragione alla procura e ritenuto responsabile il 34enne di omicidio preterintenzionale. I giochi pero’ sono tutt’altro che chiusi perché la Cassazione ora ha accolto il ricorso della difesa e annullato la condanna.