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Omicidio di Guanzate, il corpo sepolto e le indagini si concentrano sull’escavatore

Era nel giardino della villa di Luciano Nocera l’escavatore messo sotto sequestro dalla Squadra Mobile di Como. Un mezzo da scavo che gli inquirenti hanno acquisito per capire se possa avere qualche attinenza con il seppellimento di Ernesto Albanese, scomparso a 33 anni l’8 giugno scorso, e ritrovato una settimana fa sotto due metri di terra, nel giardino di una casa disabitata di Guanzate di Paola Pioppi

Giallo Guanzate, il luogo dove è stato ritrovato il corpo (Cusa)

Guanzate (Como), 10 ottobre 2014 - Era nel giardino della villa di Luciano Nocera l’escavatore messo sotto sequestro dalla Squadra Mobile di Como. Un mezzo da scavo che gli inquirenti hanno acquisito per capire se possa avere qualche attinenza con il seppellimento di Ernesto Albanese, scomparso a 33 anni l’8 giugno scorso, e ritrovato una settimana fa sotto due metri di terra, nel giardino di una casa disabitata di Guanzate. Nocera, 45 anni, originario di Fino Mornasco e ora residente a Lurate Caccivio, si trova ora in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita a metà giugno dalla Dda di Milano per un traffico di droga, della quale era destinatario lo stesso Albanese, che tuttavia era già sparito. Il mezzo è stato trovato nei giorni scorsi, durante una serie di perquisizioni svolte nell’ambito delle indagini sulla morte di Albanese, e ora è oggetto di una serie di verifiche per capirne la proprietà, ma anche per verificare eventuali tracce che possano collegarlo al giardino di Guanzate. L’abitazione, fino a poco tempo fa di proprietà di Filippo Internicola, 42 anni di Lurago Marinone, da poco sarebbe stata intestata, tutta o in parte, a Rodolfo Locatelli, trentanovenne di Guanzate finito in carcere nei giorni scorsi, assieme a Filippo e al fratello Andrea Internicola, con l’accusa di rapina e sequestro di persona.

Tuttavia – e questo è un altro fronte di accertamenti portato avanti dagli inquirenti – la sera del suo arresto, Locatelli pare dovesse incontrare qualcuno non meglio identificato, appuntamento per il quale sarebbe stato abbastanza preoccupato: tre le ipotesi, al momento prive di riscontro, non viene escluso che il trentanovenne sarebbe potuto andare incontro a un agguato, anche se i motivi e la persona con cui avrebbe avuto questo appuntamento sono ancora ignoti. Intanto oggi il giudice di Como Ferdinando Buatier, interroga in carcere Francesco Virgato, 44 anni di Appiano Gentile, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di aver esploso una sventagliata di colpi di pistaola calibro 9 contro l’edificio di Bulgorello di Cadorago, in via Risorgimento, in cui viveva Albanese negli ultimi tempi. I colpi, spararti alla mezzanotte del 4 giugno, avevano raggiunto l’abitazione sbagliata, quella di una coppia che si era trovata tre proiettili infilati nel divano e nel frigorifero. A distanza di quattro mesi, e soprattutto dopo il ritrovamento del corpo di Albanese, quell’episodio è stato ricondotto all’indagine sull’omicidio, ritenendo che fosse un avvertimento diretto ad Albanese.