Como, ucciso e avvolto in una coperta al centro d'accoglienza

Mistero a Tavernola. Scaricato da settimane in giardino con il cranio fracassato

La polizia al centro dei Salesiani

La polizia al centro dei Salesiani

Como, 12 ottobre 2018 - Dalla coperta spuntavano solo i piedi. In mezzo all’immondizia, tra le cartacce e i rifiuti che vengono buttati ogni giorno in quella fetta di terreno erboso alle spalle del centro di accoglienza dei Padri Salesiani di Tavernola. Una scarpata dove ieri mattina si è avventurato un ospite della struttura, per fare un po’ di pulizia, trovandosi davanti a un cadavere. Un uomo straniero, probabilmente di giovane età e di origine africana, con la testa coperta di treccine ma quasi completamente decomposto. Impossibile da riconoscere, senza nulla addosso che possa aiutare nella sua identificazione.

Ucciso con un colpo violento alla testa, ancora visibile. Gli investigatori della Squadra Mobile di Como, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Nalesso, quando lo hanno sporto si sono trovati davanti a un corpo aggredito dalla natura, esposto agli insetti e alle intemperie da almeno due o tre settimane. Attorno a lui c’era del sangue: sulla coperta utilizzata per nasconderlo, ma anche su un cuscino trovato a pochi passi di distanza. Nessun documento, niente che possa indirizzare verso la sua identità. Il medico legale, al termine del sopralluogo svolto sul luogo del ritrovamento, ha escluso la possibilità che quello sfondamento della testa, quasi certamente la causa di morte, possa essere stato causato da una caduta. Le indagini procedono per omicidio volontario, cercando di ricostruire una serie di aspetti fondamentali: non solo l’identità delle vittima, ma anche le modalità della sua morte. Capire se è avvenuta nel luogo in cui è stato trovato il corpo, o nei paraggi, oppure se è stato spostato. Saranno inoltre disposti accertamenti di tipo ematico, per verificare al compatibilità del sangue trovato sulle coperte con quello della vittima. Tutti accertamenti non facili, a fronte della condizione difficile del cadavere.

Ma l'aspetto più urgente, è certamente l’identificazione. Il punto di partenza è proprio il centro di accoglienza di via Conciliazione, messo a disposizione dai Padri Salesiani e gestito da una cooperativa, dove vivono trecento stranieri in attesa di regolarizzazione. La loro permanenza è variabile, ma le loro presenze e assenze devono essere forzatamente registrate e monitorate. Se qualcuno è sparito nel periodo compatibile con la morte, potrebbe essere un importante punto di partenza. Perché, se si stratta di uno straniero che gravitava nel Comasco, quasi certamente è stato fotosegnalato dalla Questura.