Non piacciono le nuove paratie sul lungolago: "Orrende"

La copertura di viale Geno è l’anticipazione della passeggiata. Ceruti critica: "In città un silenzio assordante"

Meglio non chiedere agli architetti come sono le nuove paratie di Como. "Orrende" è il commento lapidario di Attilio Terragli, pronipote del padre del Razionalismo, ma anche il collega Ado Fanchini non è per nulla tenero. "Non esiste un progetto, sono opere edili affidate alla Regione perché il Comune non è in grado di gestirle. Il risultato non può che essere questo. E le conseguenze si vedono all’altro capo del lungolago". Per Lorenza Ceruti la città che 13 anni fa insorse quando si accorse che stavano costruendo un muro sul lungolago ha accettato con rassegnazione le nuove paratie e la copertura in finta pietra della passeggiata. "In città c’è un silenzio assordante – spiega – e non si capisce se è impotenza, rassegnazione o menefreghismo. È in buona compagnia con la Ticosa, il San Martino e il Politeama: quindici anni di attesa per arrivare a questo e senza proferire parola".

A lasciare perplessi è soprattutto la copertura delle paratie dalla parte di viale Geno, l’anticipazione di come dovrà essere il resto della passeggiata.

Se il progetto della Regione fa discutere, quello del Comune, tanto per cambiare, è in ritardo. A Palazzo Cernezzi spetta la cura degli arredi della nuova passeggiata, un investimento di oltre un milione per le aiuole, una cinquantina di panchine, i mosaici, la pista ciclabile, i marciapiedi e le piantumazioni.

Sono mesi che il progetto è annunciato in dirittura d’arrivo, ma ormai il mandato è agli sgoccioli e oltre al parere di Soprintendenza e Provincia sarebbe utile presentare il volto della nuova passeggiata ai comaschi. Sempre se ci sarà tempo. R.C.