REDAZIONE COMO

No alla cementificazione del Lambro. Ambientalisti contro le opere della Regione

"In passato abbiamo assistito a lavori di “regimazione” che l’hanno devastato"

La messa in sicurezza del Lambro dalle alluvioni finanziata da Regione Lombardia rischia di trasformarsi in una cementificazione dell’alveo secondo i volontari del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", preoccupati per gli interventi in programma nel tratto del fiume che da Asso arriva fino a Erba, attraverso Canzo, Eupilio, Castelmarte, Caslino d’Erba e Ponte Lambro. "Siamo contrari a qualsiasi nuova opera di cementificazione degli argini, per cui chiediamo che i nuovi lavori che verranno eseguiti sul fiume prevedano solo interventi per eliminare il cemento utilizzato in passato sugli argini – spiega il presidente, Roberto Fumagalli - In passato abbiamo assistito a lavori di "regimazione" che hanno devastato il corso del Lambro! Per questo siamo scettici sugli interventi previsti ora dalla Regione. Se proprio si devono eseguire dei lavori, questi devono essere destinati a rinaturalizzare le sponde del fiume, che sono state artificializzate nei decenni passati proprio in occasione di lavori per fantomatiche "sistemazioni idrauliche", volute dal Magistrato del Po. Una pesante cementificazione, visibile tutt’oggi nel tratto di fiume che va da Asso a Caslino, in particolare nel territorio di Castelmarte, che ha portato solo a deturpare il corso del fiume e a velocizzarne le acque". Lavori che secondo gli ambientalisti non solo non hanno risolto i problemi di rischio idrogeologico, ma li hanno addirittura aumentati. "L’esondazione dei fiumi è un fenomeno naturale, per cui gli unici interventi da eseguire devono essere quelli destinati a liberare le sponde – concludono - Per fare questo occorre rinaturalizzare gli argini, ovvero togliere il cemento in cui il fiume è stato costretto proprio a causa dei lavori sulle sponde eseguiti anni fa".