'Ndrangheta a Cantù, la piazza da tempo era "cosa loro"

C'è voluta un’indagine della Procura di Milano per mettere Cantù di fronte al fatto che la movida alcoolica del Mercoledrink era sfuggita di mano

Movida a Cantù

Movida a Cantù

Cantù (Como), 28 settembre 2017 - C’è voluta un’indagine della Procura di Milano per mettere Cantù di fronte al fatto che la movida alcoolica del Mercoledrink era sfuggita di mano. Nero su bianco i giornali hanno finalmente scritto quello che in piazza Garibaldi sapevano da mesi, non solo i gestori dei bar ma anche tanti ragazzi che infatti all’appuntamento del mercoledì si presentavano di meno. Tutta colpa della gang dei calabresi, ragazzi apparentemente come loro che però era meglio non sfidare perché tutti sapevano che la piazza era diventata roba loro. Dopo due anni di risse, pestaggi, minacce, fiumi di alcool e probabilmente anche di cocaina è arrivata l’ora di uscire dalla sbronza, come ha chiesto Filippo Di Gregorio, il segretario cittadino del Pd.

"Le notizie sulla presenza mafiosa a Cantù, sono talmente gravi che pensiamo non possano diventare motivo di divisione tra parti politiche. Urge che la politica cittadina si unisca e dia un segnale – lancia un appello - tanti commercianti sono stati costretti a chiudere, perché intimiditi da una forza militare che agisce contro lo Stato e l’autorità legittima. Serve che lo Stato, le istituzioni democratiche diano un segnale di vicinanza a chi è in prima linea, soprattutto i commercianti. Invitiamo le forze politiche cittadine a mobilitarsi. Pensiamo infatti che sia il caso di compiere un gesto di unità e di fermezza, ad esempio riunendo i consiglieri comunali in Piazza Garibaldi, e convocando lì i cittadini che vogliono capire e dimostrare la propria vicinanza a forze dell’ordine e a quanti sono stati intimiditi da tale oscura presenza".

Una realtà che tutti per troppo tempo hanno ignorato secondo Benedetto Madonia, direttore del Centro Studi Sociali contro le Mafie, “Progetto San Francesco” di Cermenate. "Dopo 60 anni circa di presenze malavitose sulla provincia comasca, dopo decine di morti, centinaia di arresti, migliaia di estorsioni ed intimidazioni, dopo che le infiltrazioni delle organizzazioni criminali, mafiose, ndranghetista che hanno cercato di conquistare il territorio, abbiamo ancora il cattivo gusto di meravigliarci degli arresti di criminali. La denuncia fa ancora paura, l’omertà esiste anche qui", conclude.