
MIL10__WEB
Guanzate (Como), 4 aprile 2016 - È stato restituito ai genitori il piccolo Liam Tozzi, e già oggi a Guanzate potrebbero svolgersi i funerali del bimbo, morto a soli quattro mesi, mercoledì notte. Ancora in serata il parrocco non aveva avuto indicazioni. Il sostituto procuratore di Como Simona De Salvo, che coordina le indagini, ha comunque dato il nulla osta subito dopo l’esame autoptico, eseguito sabato pomeriggio dal medico legale dell’ospedale Valduce Maddalena Feltri. L’accertamento è stato sufficiente a spiegare le cause della morte del piccolo, rimaste fino a quel momento un grosso punto di domanda, soprattutto per le modalità con cui era avvenuta, e per la presenza di una cartella clinica, compilata dai medici del Sant’Anna il pomeriggio precedente, che non rivelava nessuna anomalia.
L'esame svolto dal medico legale invece ha potuto stabilire che Liam aveva in corso un’infezione, una setticemia di forma particolarmente violenta che nel giro di alcune ore ha raggiunto tutti gli organi interni del piccolo, ed ha avuto la meglio su di lui. Poche ore prima, verso le 18 di mercoledì, quando era stato dimesso dal Pronto soccorso pediatrico, nessun esito dei numerosi esami a cui era stato sottoposto aveva rivelato criticità nelle sue condizioni di salute, e i medici avevano prescritto alla madre una terapia antibiotica per contrastare la febbre. Cura che, in via teorica, potrebbe essere adeguata anche per infezioni, ma questo aspetto è ancora tutto da verificare. I prossimi passi delle indagini, consisteranno molto probabilmente nell’affidare consulenze per verificare il tipo di infezione, la sua possibilità di diagnosi, la correttezza dell’iter clinico a cui è stato sottoposto il bimbo e l’efficacia del farmaco prescritto rispetto alla casistica da cui è stato colpito.
Tutte verifiche fondamentali per arrivare a stabilire se i medici che lo hanno assistito hanno agito correttamente e compatibilmente con ciò che era possibile fare. I familiari e le persone venute a contatto con il bambino nelle ultime ore di vita, sono state sottoposte a profilassi, in via precauzionale, anche se nessuno di loro per il momento avrebbe manifestato sintomi di malessere o febbri. Era stata esattamente una febbre alta, per la precisione a 39, che per l’età del piccolo era da considerarsi già preoccupante, a spingere la madre a portarlo al pronto soccorso mercoledì mezzogiorno, dove era stato sottoposto a numerosi esami, per poi essere dimesso alle 18.
di PAOLA PIOPPI