
Carabinieri
Montano Lucino (Como), 13 dicembre 2019 - Al pronto soccorso era finita più volte, sempre minimizzando le cause di quelle botte che, l’ultima volta, l’avevano ridotta in condizioni drammatiche, obbligandola a dire la verità ai carabinieri. Una quantità di aggressioni alla moglie, per le quali ieri è stato condannato con rito abbreviato a 4 anni e 5 mesi di reclusione un uomo di 51 anni di Montano Lucino, arrestato a inizio agosto con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, e tuttora detenuto. Davanti al gup di Como Carlo Cecchetti, ieri si è voluto fa interrogare, difendendosi dalle accuse del pubblico ministero Giuseppe Rose.
A pesare sulla quantificazione della condanna, è stata soprattutto l’ultima aggressione, avvenuta il 25 luglio scorso, per la quale la donna era andata incontro a 25 giorni di prognosi: senza un motivo apparente, si era avvicinato alla donna, aveva iniziato a colpirla ripetutamente al volto, sferrandole una serie di pugni, per poi sfilarsi una scarpa antinfortunistica con la punta in ferro e colpire sia lei che la figlia, intervenuta in sua difesa. I carabinieri di Lurate Caccivio avevano trasmesso una segnalazione in Procura, ma allo stesso tempo la donna, davanti a una ferocia andata in crescendo, aveva deciso di di raccontare tutto e denunciare il compagno, partendo da un anno prima. Il tutto maturato all’interno di una convivenza forzata per motivi economici.