Cernobbio, "Ho una fastidiosa tosse". E il dottore: si spogli tutta

Oggi l’interrogatorio di garanzia del medico di base arrestato per violenza sessuale ai danni di sette pazienti e di stalking a un’ottava

carabinieri

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Cernobbio, 25 febbraio 2022 - Le spogliava lui, abbassando pantaloni e biancheria intima. A volte senza nemmeno chiedere, altre volte nonostante la resistenza di alcune pazienti, che cercavano di sottrarsi ad accertamenti di cui non capivano la necessità, o per i quali avevano espressamente negato il consenso. Alessandro Antonelli, 59 anni, il medico di base di Cernobbio finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di sette pazienti, e di stalking nei confronti di un’ottava donna, che aveva rifiutato di farsi visitare, e si era trovata a ricevere suoi tentativi di visite serali a casa. Oggi, in collegamento dal carcere Bassone, assistito dagli avvocati Angelo Giuliano ed Edoardo Pacia, sosterrà l’interrogatorio di garanzia con il gip che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Antonia Pavan.

Le pazienti arrivavano in ambulatorio con la tiroide, con la tosse o il raffreddore, oppure per chiedere un certificato, ma la visita ginecologica era d’obbligo, non sempre indossando i guanti. Spesso accompagnata da domande sulle abitudini sessuali, sulla frequenza di rapporti con il marito o compagno, o da battute che mettevano visibilmente in imbarazzo le donne. "Durante tutto il tempo in cui la donna è stata sottoposta a visita – scrivono gli investigatori - si nota un forte stato di disagio e imbarazzo, che camuffa a volte con sorrisi forzati, o mimiche facciali accentuate, presentando un marcato colorito rosso in volto". Salvo poi impedire ai pazienti uomini di togliersi anche solo la maglia. Ciò che è accaduto tra dicembre e gennaio, è stato dettagliatamente descritto dai carabinieri di Como che monitoravano, attraverso intercettazioni ambientali, ciò che accadeva nell’ambulatorio di Cernobbio.

Visite e accertamenti che, secondo le conclusioni del perito interpellato dalla Procura per avere contezza delle procedure previste dai protocolli, sarebbero dovute avvenire solo "in presenza di sintomi specifici, espressione di una patologia in loco". Ma, nel caso di accertamenti ginecologici, "di quasi esclusiva competenza dello specialista Ginecologo-Ostetrico, salvo in rarissimi casi e per patologie di estrema urgenza", aggiungendo che "per questo motivo, non esistono linee guida relative all’operato del medico di Medicina Generale nel proprio ambulatorio per visite al seno o ginecologiche in suddetto ambiente". Escludendo dunque, la necessità di procedere in tal modo per i casi di raffreddore o di giramenti di testa, come invece avvenuto in alcuni dei casi contestati.