
Una celebrazione per la Festa della liberazione
Mariano Comense, 22 aprile 2018 - Venticinque aprile avvelenato quello che ci si prepara a vivere in città da quando l’amministrazione comunale ha deciso di vietare l’omaggio dell’Anpi in piazza Roma, di fronte alla targa che ricorda i sei civili morti negli scontri del 26 aprile del 1945 tra i partigiani e una colonna tedesca in fuga da Meda. Pensare che solo due anni fa alla cerimonia in onore di Maria Bellotti, Eugenio Ceppi, Attilio Crippia, Egidio Erba, Battista Redaelli e Giuseppe Songia c’erano proprio il sindaco Giovanni Marchisio e i delegati dell’Associazione nazionale partigiani, gli stessi che oggi faticano a parlarsi. Ad esempio il rifiuto di far deviare il corteo in piazza Roma modificando il percorso originale sarebbe arrivato attraverso un sms, suscitando le ire dell’associazione che adesso invita i suoi a boicottare la decisione del sindaco e ritrovarsi lo stesso in piazza.
«La nostra città – spiegano Fabrizio Baggi segretario provinciale di Prc-Se Como e Giulio Russo di Sinistra per Mariano – è vittima di un’amministrazione che fa politiche di destra, dopo il daspo contro i mendicanti identico a quello voluto dal sindaco di Como sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ecco l’attacco ai partigiani ed il tentativo di sminuire il ruolo fondamentale che la Lotta di Resistenza ha avuto in funzione nella Liberazione dalla dittatura fascista». E siccome Giovanni Marchisio non ha mai fatto mistero di essere un renziano di ferro la polemica, da Mariano, rischia di estendersi a tutto il Pd comasco.
«Ci chiediamo come il PD provinciale, che in campagna elettorale su pur in maniera strumentale aveva riscoperto i valori dell’Antifascismo, almeno da punto di vista elettorale, non abbia ancora fatto nessuna dichiarazione sull’operato del primo cittadino di Mariano Comense – si interrogano Baggi e Russo - Probabilmente l’avvicinarsi della fine del mandato sta facendo andare, nella città brianzola, quel partito verso la sfrenata ricerca del voto di destra e più che il rispetto dei valori dell’antifascismo e della Costituzione nata dalla Resistenza a loro interessano i voti». Una tempesta in un bicchier d’acqua secondo Marchisio che invita l’Anpi a «non intestarsi la festa del XXV Aprile che appartiene a tutti» e motiva il divieto con la necessità di abbreviare un percorso che prevede già diverse tappe in città. Chiarimenti che però non servono a disinnescare una polemica che ormai è tutta politica.