Como, 16enne umiliata dalla madre: "Basta mangiare, così fai schifo"

Durante l’incidente probatorio, davanti al giudice di Como, la giovane ha confermato tutto

Maltrattamenti

Maltrattamenti

Como, 19 marzo 2019 -  Durante l’incidente probatorio, davanti al giudice di Como, ha confermato tutto. Ha raccontato le privazioni di cibo a cui la madre la sottoponeva da mesi, l’obbligo di salire sulla bilancia in sua presenza, di subire i giudizi, sempre negativi e svilenti, quando il suo peso superava anche di un solo grammo la soglia dei cinquanta chili. Una testimonianza che la sedicenne ha congelato all’interno del procedimento penale aperto nei confronti della madre, 47 anni, accusata di maltrattamenti aggravati e allontanata da casa in esecuzione di una misura cautelare. Una donna che i giudici definiscono «un soggetto in grado di attuare una particolare pressione psicologica nelle relazioni con gli altri… le cui condotte si caratterizzano per una progressiva escalation di offensività», denotando la sua «inclinazione a porre in essere comportamenti gravemente lesivi dell’integrità fisico-psichica della figlia».

La vicenda è emersa a fine dello scorso anno, grazie alla denuncia fatta dalla zia paterna della ragazzina, un medico che ha avuto la netta percezione della gravità di ciò che stava accadendo, e si è rivolta alla Squadra Mobile della Questura di Como, chiedendo che qualcuno intervenisse. Da mesi sua nipote - solo lei, e non il fratello minore - veniva privata del cibo per non ingrassare, vittima di una madre ossessiva che le imponeva solo passati di verdura, carote e poche altri alimenti vegetali, nella convinzione di fare il suo bene. Aggredendola quando non dimagriva secondo le aspettative, a causa del cibo che trovava fuori casa. La accusava di avere «problemi alimentari psichiatrici» perché non riusciva a «dimagrire questi tre chili». La umiliava: «Fai schifo con questo peso… non vedi che fisico ti sta venendo», facendo esempi di donne di loro conoscenza dalle corporature poco eleganti: «Non riesco a vederti così… mi sento male».

Discussioni che la Procura ha definito «a dir poco allarmanti», dirette a un’adolescente alta un metro e 72 centimetri, il cui peso doveva essere rigorosamente fermo ai 49 chili, e che la ragazza ha registrato, per dimostrare quanto la sua richiesta d’aiuto fosse fondata. Il gip di Como Carlo Cecchetti, nell’emettere la misura cautelare chiesta dal sostituto procuratore Daniela Moroni, con cui ha imposto alla donna l’allontanamento da casa, ha chiesto che venissero urgentemente informati della situazione anche il Tribunale dei Minori e i servizi sociali.