L’export traina l’industria ma con la cassintegrazione

Nei dati di Unioncamere Lombardia il trend positivo dopo due anni di pandemia. Pesano gli ammortizzatori sociali: +214%, il doppio della media nazionale

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di Roberto Canali

L’ombra lunga della guerra e soprattutto del rincaro esponenziale del gas e dell’energia elettrica pesa sull’economia lombarda, che era quasi riuscita nell’impresa di recuperare le posizioni perse durante i due anni di pandemia. Nei dati elaborati da Unioncamere Lombardia le performance della locomotiva d’Italia confermano un trend positivo, ma non sono a senso unico.

Di sicuro si conferma in ottima salute l’industria che a livello regionale nel primo trimestre del 2022 ha superato dell’8,1% la produzione dello stesso periodo del 2019. A fare la differenza è soprattutto il mercato estero che segna un +23,4% sugli ordini rispetto ai valori di due anni fa, contro un +20,5% del mercato interno, mentre in termini di fatturato la crescita è del 17,5% dell’import contro il 13,2% della produzione rivolta al mercato italiano. A registrare le performance migliori sono la provincia di Milano (+14,4% della produzione) e Lecco (+13,9%), mentre sono in ritardo Como (-0,5 rispetto al 2019), Pavia (-1,4%) e Cremona (-0,4%).

Hanno ancora il fiato corto, invece, le imprese artigiane, che stentano a risollevarsi dalla crisi provocata dal Covid. A livello regionale la produzione registra un valore di -2,8% rispetto a quella del 2019 e gli ordini registrano una flessione sia sul mercato interno sia su quello estero: rispettivamente -4% e -3,6%. Tutte le province lombarde hanno il segno meno ad eccezione di Bergamo (+5,4%), Lecco (+14,8%) e Monza e Brianza (+12,8), fanalino di coda Lodi che registra un calo di produzione del -33,4%, Mantova -11,4%, Sondrio -13,6%.

Convalescente il commercio che registra un calo del volume di affari pari al 3% per quanto riguarda la media regionale, ma può contare su un aumento dell’occupazione del 5,6%. Le uniche province che registrano un andamento positivo sono Lodi (+8,2%), Monza e Brianza (+8,2%), Pavia (+3,6%) e Bergamo (+2,7%), mentre il dato peggiore si registra a Brescia, Lecco e Mantova che perdono rispettivamente il 5,7%, 5,4% e 5,3%.

Ancora pesante il dato sulla cassaintegrazione che, rispetto al 2019, a livello lombardo registra un +214,2%, quasi il doppio della media nazionale. A pesare è soprattutto il dato della cassa in deroga, concessa per far fronte a tutte quelle categorie che prima del Covid erano escluse dai sussidi e ancora in larga parte in vigore, ma anche la cassa ordinaria e quella straordinaria registrano valori importanti pari al +145,7% e +176,2%. Nel primo trimestre del 2022 nella nostra regione sono state autorizzate in tutto 29 milioni di ore di cassa integrazione (12 milioni e 533mila per l’ordinaria e 11 milioni e 423mila la straordinaria). Un dato ancora alto, ma in calo del’79,9% rispetto a quello registrato nel primo trimestre 2021.