Torna il Caimano: 16 chilometri a nuoto nel Lario

Como, Leo Callone prova l’impresa

Leo Callone

Leo Callone

Moltrasio (Como), 2 agosto 2017 - Il 3 agosto 1957 la prima vittoria in una gara nel lago di Como a soli 12 anni, nei 50 metri a stile libero. Dopo 60 anni Leo Callone festeggia la sua vita fatta di imprese epiche e grandi risultati con un’altra "follia" in acqua giusto per ricordare a tutti che il Caimano del Lario a 72 anni è ancora capace di stupire. Con oltre centomila chilometri di nuoto alle spalle Callone scenderà in acqua a Moltrasio, sul lago di Como, per nuotare per 16 chilometri ed arrivare fino ad Argegno.

Anche ieri due ore di allenamento per prepararsi all’impresa che lo terrà in acqua per circa cinque ore. L’insidia maggiore saranno le correnti: «In quel ramo del lago ho già fatto grandi prove, ricordo i 40 chilometri della Como-Colico e ci sono correnti contrarie forti, lo vedevo soprattutto nelle pause per alimentarmi. Ma sono in forma e penso che riuscirò a portare a termine l’impresa del 10 agosto». La domanda spontanea è per quale motivo dopo 60 anni ancora non smetta di nuotare. L’atleta spiega: «Perché ho lo stesso entusiasmo di allora, di quando avevo 12 anni. Dopo di che non dimentico che il nuoto mi ha dato tantissimo a livello sportivo, ma soprattutto a livello personale. Grazie al nuoto ho superato la perdita di mio figlio Nicola, ho nuotato in sua memoria raccogliendo soldi usati per costruire un ospedale in Guatemala; con il nuoto ho combattuto il cancro e sono riuscito a guarire. Smettere di nuotare sarebbe un po’ come tradire tutta la mia vita». Dal lago di Loch Ness alle Bocche di Bonifacio, dalla traversata dei laghi andini alla vittoria della Coppa del mondo a Napoli, fino alla Manica, l’elenco dei trofei e delle medaglie è infinito e la sua storia è talmente affascinante che ne è stato tratto anche un film «Cento milioni di bracciate» con attori come Gian Marco Tavani e Paola Onofri. «Avevo sempre detto che la mia vita era come un film – spiega il nuotatore – e quando dal libro «Bracciate per la vita» la regista Donatella Cervi ha voluto trarre un lungometraggio ho pensato che fosse il coronamento di un sogno. La mia speranza è che la mia vita sia testimonianza del valore dello sport e del sacrificio, con dedizione e umiltà si può raggiungere ogni obiettivo. Il nuoto mi ha dato tanto e mi ha salvato la vita, io ho usato il nuoto per aiutare i poveri del Guatemala e mettermi a nuotare per fare un’altra impresa a 72 anni è il mio modo di dire ai ragazzi che nello sport ci sono tante risposte, compresa quella di una vita lunga e sana».