La mobilitazione per la sicurezza: "Ci si indigna, ma non si fa nulla. E si continua a morire sul lavoro"

Brescia seicento delegati della Cisl in assemblea. Le testimonianze di chi ha perso i colleghi

La mobilitazione per la sicurezza: "Ci si indigna, ma non si fa nulla. E si continua a morire sul lavoro"

La mobilitazione per la sicurezza: "Ci si indigna, ma non si fa nulla. E si continua a morire sul lavoro"

"Quando sono tornato a casa, ho abbracciato i miei figli". Un gesto istintivo quello di Paolo Tosoni, Rsu e Rls della Fim Brescia della Feralpi Siderurgica di Lonato, dopo aver assistito all’infortunio mortale sul lavoro di un collega. "Era il 21 gennaio 2024, stavo iniziando il mio turno di lavoro – ha raccontato davanti a 600 delegati riuniti alla Fiera di Montichiari per l’assemblea generale provinciale della Cisl, nuova tappa della mobilitazione sulla sicurezza – quando all’ingresso nel piazzale, ho visto le fiamme che stavano divampando nella loro opera devastatrice di una vita: avvolgendo la pala meccanica. Ho visto i vigili del fuoco all’opera e sono entrato subito per svolgere il mio ruolo di rappresentante della sicurezza per i lavoratori. Nessuno sapeva in quel momento se sul mezzo c’era o meno il collega. Si sperava non fosse così". Il collega era Fabrizio, dipendente di una ditta esterna che lavorava in appalto in Feralpi, realtà siderurgica tra le più importanti sul territorio della provincia, italiano ed europeo che, va detto, ha investito moltissimo sulla sicurezza. Ciò non è bastato, però. Fabrizio trasportava nel piazzale un contenitore con le scorie incandescenti, ma, nel fare la retromarcia, il contenitore si è rovesciato sul mezzo di trasporto che ha preso fuoco. "Sembrava un film che si svolgeva davanti ai miei occhi, non riuscivo a credere che fosse accaduto. Tutti quelli presenti in azienda quella mattina erano scioccati".

Se ciò accade anche in aziende che investono in sicurezza, significa che di strada ce n’è da fare. Lo sa bene Fabrizio Facchini, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Filca Cisl) che va nei cantieri edili dove i lavoratori non hanno nominato un loro collega come Rls (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza). "Quattro anni fa, durante una visita in un cantiere stradale in Val Sabbia ho incontrato una squadra di lavoratori, saranno stati 5 o 6 addetti. Alcuni hanno accolto volentieri il colloquio mentre altri erano meno interessati, come spesso accade. Uno di loro mi ha raccontato che l’azienda non aveva un’ottima gestione della sicurezza in cantiere. Purtroppo proprio questo lavoratore, a distanza di un anno da quando ci siamo conosciuti, è rimasto vittima di un infortunio mortale in cantiere, colpito dal braccio di un escavatore. Credo sia cruciale il fatto che i lavoratori sappiano che, al di fuori della struttura aziendale, c’è chi può impegnarsi per la loro sicurezza e può fare una segnalazione agli organi di vigilanza. Molti non lo fanno per il timore di perdere il lavoro".