Incidente fra due treni a Inverigo, il pm chiude le indagini: lesioni e disastro colposi

Le accuse contestate a 3 indagati

Le due carrozze di testa dei treni in uscita  e in entrata alla stazione di Inverigo

Le due carrozze di testa dei treni in uscita e in entrata alla stazione di Inverigo

Inverigo, 17 agosto 2020 - Alle 18.30 del 28 marzo dello scorso anno, due treni si erano scontrati frontalmente all’altezza della stazione di Inverigo (Como), sulla tratta ferroviaria Milano-Asso di Trenord. Un incidente avvenuto a bassissima velocità, durante la ripartenza del convoglio che aveva appena sostato, e l’ingresso di quello che arrivava in senso contrario sullo stesso binario della stazione. Sedici passeggeri erano rimasti feriti in maniera non grave, anche se solo due avevano presentato querela: un uomo e una donna, che avevano avuto rispettivamente prognosi di 40 e 7 giorni. 

Ora il sostituto procuratore di Como, il magistrato Massimo Astori, ha concluso le indagini sul caso, che ipotizzano un profilo di colpa nei confronti di tre persone: il capotreno Giovanni Russo, di 27 anni; il macchinista Fabio Vicidomini, di 42 anni e l’allievo macchinista Federico Bonfadini, di 26 anni, tutti e tre accusati di disastro ferroviario colposo in concorso. L’imprudenza che viene loro attribuita, è quella di aver ignorato il segnale luminoso che indicava la «via impedita», dando invece via libera alla ripartenza il primo (Russo), e mettendo in moto il convoglio gli altri due Vicidomini e Bonfadini), come se il binario fosse a luce verde: in questo modo il convoglio è finito contro il treno diretto ad Asso. 

I tre sono inoltre accusati delle lesioni colpose riportate dai due passeggeri, che avevano ricevuto traumi a gambe e braccia. I tre addetti indagati potranno valutare se patteggiare, oppure se scegliere un altro rito processuale per discutere in dibattimento la propria effettiva responsabilità.