
Fiori, biglietti e peluches dopo la tragedia a San Fermo (Cusa)
Como, 25 ottobre 2017 - Non c'è posto per le lacrime negli occhi dei bimbi della scuola d’infanzia Raschi, in via Borgovico. Il loro sguardo è calamitato dai cinque palloncini bianchi che salgono in cielo e spariscono oltre i tetti dei palazzoni. «Vedi volano oltre le nuvole, nella nuova casa di Soraya» si dicono e ci scappa pure un sorriso. Adesso è diventata una farfalla per davvero, ma i bimbi della Raschi lo sapevano già perché qui le sezioni non sono contraddistinte da lettere o da numeri: si è bruchi, coccinelle o farfalle, appunto, come Soraya.
A piangere sono le mamme, rimaste nel vicolo di fronte al cancello d’ingresso dell’asilo ad ascoltare quella ninna nanna africana cantata dalle voci sottili dei bimbi. Nessuno conosce il significato delle parole, ma sembra un bel modo di dire addio a Saphiria, Soraya, Sophia e Siff, bruciati insieme a papà Faycal che qui si ricordano un po’ tutti. «Era una persona buona, un papà che amava i suoi figli – spiega una delle mamme – Me lo ricordo quando veniva qui a prendere Soraya e se la caricava sulle spalle, mentre teneva Saphiria in braccio e Sophia per mano. A piedi andavano fino alla Foscolo, dove studiava Siff. Ha compiuto quel gesto disperato perché l’hanno lasciato solo». Ce l’hanno soprattutto con le assistenti sociali di Palazzo Cernezzi le mamme della Raschi. Anche se questo è considerato il quartiere più bello di Como tante famiglie qui fanno fatica a tirare la fine del mese. «A chiedere un aiuto ai Servizi Sociali ci sono andata anch’io e mi hanno risposto se ero pazza ad aver messo al mondo quattro figli». Forse per questo nessuno ha da ridire se a volare in cielo sono cinque palloncini: papà Faycal con i suoi quattro bambini.
«Non è il momento di giudicare, ma di pregare e condividere la solidarietà nella fede». Lo ha detto lunedì sera il vescovo Oscar Cantoni nella veglia di preghiera a Monte Olimpino dove ieri pomeriggio a ricordare la famiglia Haitot sono stati i bambini e i genitori della scuola Massina, nel corso di una fiaccolata che si è conclusa con un lancio di palloncini. «Anche di fronte a tragedie così dobbiamo avere la forza di dire ai bambini la verità – spiega Marzia Pontremoli, dirigente dell’Istituto comprensivo Como-Borgovico – è quello che ho chiesto di fare a tutti gli insegnanti nelle nostre tre scuole. I nostri ragazzi sanno che i loro compagni Sophia, Soraya, Siff sono morti insieme alla loro sorellina Saphiria e al loro papà. Naturalmente abbiamo omesso i particolari». Un piccolo rito che è stato ripetuto, pressoché identico, in ognuno della tre scuole frequentate dai fratelli Haitot. Alla media Foscolo, l’ultima tappa, a pregare con i ragazzi e gli insegnanti si è unito anche il sindaco Mario Landriscina, che poi è rientrato a Palazzo Cernezzi per predisporre i funerali che potrebbero essere fissati nella giornata di domani.