Incendio nei boschi del Comasco, il procuratore: "La maxi multa? Un segnale per tutti"

"Un modo per spingere le persone a una maggiore responsabilizzazione nella tutela dell’ambiente, e per portare avanti una politica di prevenzione"

Una delle case devastate dall’incendio che si è scatenato il 30 dicembre del 2018

Una delle case devastate dall’incendio che si è scatenato il 30 dicembre del 2018

Como, 17 aprile 2019 - «Questa multa è il segnale che bisogna spingere le persone a una maggiore responsabilizzazione nella tutela dell’ambiente, e per portare avanti una politica di prevenzione che disincentivi l’uso doloso o imprudente di agenti infiammabili, soprattutto con le condizioni di rischio che c’erano in quei giorni».

Il procuratore capo di Como Nicola Piacente, spiega il criterio della maxi multa da 13 milioni e 500mila euro contestata ai due ventiduenni ritenuti responsabili del rogo colposo che lo scorso 30 dicembre aveva devastato mille ettari di bosco, di cui cento irrecuperabili, in località Marronessa del Monte Berlinghera, alto lago di Como. Daniele Borghi di Cantù e Alessio Molteni di Fino Mornasco, sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini, ma contestualmente dalla sanzione contestata dai carabinieri forestali, calcolata tabellarmente in base al danno prodotto da quei tizzoni per il barbecue che sarebbero sfuggiti al controllo. «Non ci sono precedenti di questa entità – conferma il Procuratore – perché oltre al danno ambientale, è stato calcolato il costo dei soccorsi, vigili del fuoco e canadair che hanno lavorato per giorni». In solido, la sanzione ha raggiunto anche il proprietario di casa, il nonno di Borghi, che legalmente sarà chiamato a rispondere del pagamento nel momento in cui i due ragazzi dovessero essere insolventi.

«Questa multa – aggiunge il capo della Procura – deriva da una precisa indicazione fornita ai carabinieri forestali, relativamente ai danni paesaggistici derivanti dagli incendi: si è concordato di quantificare il danno economico arrecato con condotte criminali, dolose o colpose». Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, quel rogo, diventato in breve tempo ingovernabile, era partito dalla grigliata in giardino, e in particolare da un focolaio creato per produrre la brace da utilizzare sul barbecue. Complice il clima secchissimo, le fiamme avevano avvolto mezza montagna,e raggiunto le abitazioni sottostanti, compreso un agriturismo dove erano morti quasi tutti gli animali.