Impennata prezzi, famiglie in crisi Crescono spesa, luce e carburante

Lo studio dell’Unione nazionale consumatori basato su dati Istat fotografa l’esplosione dei rincari. Lodi è la terza città in Italia per gli aumenti di elettricità e gas, Como la meno colpita tra le lombarde

di Roberto Canali

Si annuncia un’estate calda, anzi rovente in Lombardia dove a far soffrire più della canicola è il caro energia che ha reso un lusso fare il pieno alla pompa di carburante e anche accendere il condizionatore dentro casa. Uno studio dell’Unione nazionale consumatori ha certificato che Lodi è la terza in Italia, dopo Bolzano e Trento, per gli aumenti di luce e gas con un rincaro del 79,8%. A ruota tutte le altre città lombarde: Milano +78,2%, Varese +78,1%, Cremona +77,4%, Lecco al settimo posto con +76,8%, Bergamo +76,6%, Brescia e Mantova (entrambe a +76,5%), Pavia (+76,4%) e Como (+76,2%).

L’analisi è basata sugli ultimi dati Istat raccolti nelle città italiane a maggio e confronta in particolare due voci del paniere, mettendo a confronto i rincari di cibo e bevande con quelli di luce e gas. Se in Italia i prezzi dei prodotti alimentari e le bevande analcoliche sono saliti a maggio del 7,4% su base annua, determinando già una stangata pari in media a 417 euro a famiglia, batosta che sale a 514 euro per una coppia con un figlio, 569 euro per una coppia con 2 figli e che raggiunge il record di 680 euro per una coppia con 3 o più figli, in molte città è andata ancora peggio. Per fortuna in questo caso i rincari percentuali maggiori si sono avuti nel Sud Italia, a Catania ad esempio dove gli aumenti a maggio hanno superato l’11% rispetto a un anno fa, seguita da Sassari, Palermo, Teramo e Cosenza.

In Lombardia, dove il costo della vita è nettamente più caro, per ora gli aumenti sul carrello della spesa si sono fatti sentire poco: 4,7% in più a Milano, 5% a Mantova e 5,2% a Como. C’è da scommettere però che anche da questo punto di vista la situazione sia destinata a cambiare, in peggio, già a partire dalle prossime settimane.

"Sul caro carburanti, sull’energia serve un piano nazionale complessivo, bisogna smettere di andare avanti una tantum, a tamponi mese per mese – ha punzecchiato il Governo il leader della Cgil, Maurizio Landini – Sicuramente bisogna mettere anche un tetto perché siamo di fronte a una situazione molto grave, ma soprattutto il problema è dare una prospettiva e un futuro al nostro Paese".

A farne le spese non ci sono solo le famiglie, ma anche il mondo delle imprese. "Oggi qualsiasi imprenditore non ha la capacità di programmare i propri investimenti e questo mette in discussione anche l’effetto leva del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché il piano funziona solo se la capacità di investimento dello Stato è accompagnata dal forte coinvolgimento di investimenti nel privato – ha spiegato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli – Al momento un imprenditore italiano non sa quanto pagherà di energia nei prossimi sei mesi. Non abbiamo materia prima in abbondanza, c’è una forte incidenza della situazione attuale sui sistemi produttivi del nostro Paese, ne consegue una difficoltà europea a individuare quali dinamiche di scelta adottare".