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Il sì dovuto al centro islamico: "Pronti a rivolgerci al prefetto"

Il Comune di Cantù rischia di dover concedere il permesso all'associazione islamica Assalam di trasformare un capannone in edificio di culto, dopo decisioni favorevoli del Tar di Milano.

Il sì dovuto al centro islamico: "Pronti a rivolgerci al prefetto"

Un corteo di protesta della comunità islamica e di altre associazioni contro la chiusura del centro Assalam

È quasi scaduto il termine dato dal Tar di Milano al Comune per concedere all’associazione islamica Assalam il permesso di costruire nel capannone di via Milano, da anni di proprietà del sodalizio. Una serie infinite di cause nate dalla richiesta di cambio di destinazione d’uso dell’immobile che ora, secondo il tribunale amministrativo, potrà trasformarsi in un edificio di culto, grazie al cambio di destinazione finora negato dal Comune. Nei giorni scorsi a questa prima sentenza se n’è aggiunta una seconda, sempre del Tar, che certifica la legittimità della richiesta di individuare un’area destinata alla realizzazione di attrezzature religiose, anche quella finora sempre negata dall’amministrazione cittadina di centrodestra. "In assenza di provvedimenti giurisdizionali di sospensione della sentenza – spiegano i legali del sodalizio Vincenzo Latorraca e Michela Luraghi – è intenzione di Assalam chiedere l’intervento del Commissario ad acta, già nominato dal Tar nel Prefetto di Milano". Il giudici hanno ritenuto illegittimo il ripetuto rifiuto del Comune "adottato a fronte di un’istanza risalente al 2017, preordinato a differire sine die l’individuazione dell’area per servizi religiosi, risolvendosi così in un atto lesivo dell’obbligo di motivazione e adeguatezza dell’istruttoria".

Tanto più che, nota il Tar, "il Comune, in sede di pianificazione generale, aveva accolto un’osservazione per destinare l’immobile dell’associazione a luogo di culto". L’osservazione al Pgt del 2014, approvata dal consiglio comunale, aggiungeva alle destinazioni d’uso consentite per il capannone di via Milano acquistato da Assalam anche quella di luogo di culto. Dieci anni dopo, e dopo aver speso non meno di 150mila euro in spese legali, al Comune toccherà riconoscerlo, altrimenti l’autorizzazione arriverà dal prefetto. R.C.