
La ‘ndrangheta ha cambiato strategia. Dalle estorsioni, si è passati allo sfruttamento degli imprenditori e delle loro competenze. "Le mazzette – spiega Alessandra Dolci, capo della Dda di Milano – sono state sostituite dal provento dell’evasione fiscale, dalla speculazione delle conoscenze utili, come quelle di ex amministratori pubblici, alcuni dei quali coinvolti anche in questa indagine, che ci mostra chiaramente il cambi di strategia avvenuto in questi ultimi anni". Ma il ragionamento di come adeguarsi alla modernità era già emerso nel 2010, durante una riunione a Gioia Tauro: "Qui – prosegue Alessandra Dolci – emerge l’esigenza di una cambio di strategia, quello che porterà a mettere da parte le estorsioni, utilizzando invece le cooperative di facchinaggio, pulizie o servizi alberghieri, che garantiscono reddito grazie alle commesse ottenute o imposte, che vanno a beneficio di affiliati o presunti tali". Ma l’attività è ampia, e può contare su crediti fasulli, fatture false, omissione di iva e contributi: milioni di euro sottratti al Fisco, all’Unione europea e all’Inps, oltre a generare una concorrenza scorretta con gli imprenditori onesti, i cui costi di gestione delle attività risultano sempre più alti.