
Nonostante i temporali di questi giorni continua a calare di un centimetro al giorno il lago di Como, arrivato a -22,1 centimetri sotto lo zero idrometrico per il deflusso di acqua in uscita dalle chiuse di Olginate che continua a essere tre volte più alto di quella in ingresso, 160 metri cubi al secondo contro 59,4. L’acqua del lago serve a garantire l’irrigazione minima per i cambi della Bassa Padana, ma così il livello delle acque troppo basse nel Lario rischia di mettere in crisi il turismo e anche la sicurezza di coste e sponde. Secondo l’Associazione italiana degli idrogeologi si potrebbe sopperire alla mancanza delle acque superficiali ricorrendo alle falde sotterranee. "Queste acque sopperiscono al’84% del fabbisogno idropotabile (48% da pozzi e 36% da sorgenti), oltre a coprire una parte significativa delle esigenze agricole e industriali – spiegano in una nota - Pur risentendo della diminuzione delle piogge, la risorsa idrica sotterranea nazionale si rinnova annualmente per circa 50 miliardi di metri cubi, valore paragonabile all’acqua invasata in media nel Lago di Garda e a quella che mediamente il fiume Po scarica in Adriatico in un anno". A questa risorsa si aggiungono riserve profonde non completamente rinnovabili di volume ancora maggiore, nascoste nel sottosuolo delle nostre pianure e montagne. L’Italia possiede quindi un’abbondanza tale di acque sotterranee da rappresentare una risorsa economica inestimabile, anche per la sua ottima qualità naturale, rispetto a quella di corsi d’acqua e laghi, naturali e artificiali, "Bisogna utilizzare le risorse idriche sotterranee nei momenti di necessità – osserva ancora il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Francesco Violo – ma per far ciò risulta necessario integrare i sistemi di distribuzione delle acque da captazione superficiale con quelle sotterranee". Ro.Can.